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Stampa digitale o stampa offset?

Come decidere tra stampa offset e stampa digitale? Vediamo come scegliere, evidenziando caratteristiche, vantaggi e svantaggi.

 

La stampa offset: alte tirature a basso costo

Dagli anni ’80 l’offset è il sistema più diffuso per realizzare alte tirature di volantini, depliant, cataloghi, libri e giornali. 
Ha il vantaggio di fornire un’alta qualità e un costo-copia molto basso. Inoltre, può utilizzare fogli molto grandi, solitamente di cm 70×100 o 64×88 e di grammatura (spessore) molto elevata. Da uno solo di questi fogli offset si possono ottenere, fascicoli di 16, 32 o 64 pagine (dopo la piega).
La carta solitamente utilizzata per gli interni è di 80-100 gr (si intende per metro quadro). Per le copertine è solitamente di 130-300 grammi.
Maggiore è la grammatura scelta, maggiore è il prestigio della pubblicazione, ma maggiore è anche il costo del singolo foglio.

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Nella foto: dopo la stampa offset i fogli vengono piegati, fascicolati, tagliati e impacchettati per la consegna.

 

Per gli stampati a colore, l’offset utilizza la quadricromia o in  CMYK, cioè con quattro colori base, che combinati danno tutti gli altri. Molti centri stampa possono stampare un 5° e un 6° colore Pantone (colore pieno), di una tonalità non realizzabile in quadricromia. In alternativa al 5° colore, possono stampare un nero intenso per migliorare la leggibilità dei testi o una vernice trasparente, per dare più brillantezza alle immagini.

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Nella foto si vede come la combinazione dei colori di quadricromia fornisca immagini perfettamente realistiche, che sono quelle alle quali siamo abituati. L’ingrandimento dell’ala di farfalla mostra la “rosetta”, che è la combinazione dei vari retini (le griglie di puntini di varia grandezza).

A proposito di colore, è importante ricordare che i 4 inchiostri della quadricromia sono identici in tutto il mondo, invece i toner della stampa digitale hanno differenze qualitative visibili.  A proposito di qualità, la stampa offset risente della qualità e della cura dell’operatore che gestisce la macchina da stampa, mentre la qualità del digitale risente della qualità delle attrezzature. 

 

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Nella foto: i gruppi di stampa offset, con le lastre di alluminio, per ogni colore.

 

Per stampare in CMYK, vanno preparate quattro lastre di alluminio corrispondenti ai colori di quadricromia (Ciano, Magenta, Giallo e Nero), che verranno poi inserite nella macchina (o incise direttamente nella macchina da stampa), curare la corretta sovrapposizione dei colori (a questo servono i crocini di registro di XPress o InDesign), e il dosaggio dell’inchiostrazione. Tutto questo può richiedere una preparazione di 20-30 minuti e le prime 50-100 copie da buttare (“copie d’avviamento”). 

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Nello schema: la stampa in CMYK per sovrapposizione, più un 5° colore di rifinitura.

 

Già da questo accenni, si capisce che preparare una stampa offset implica tempi e costi relativamente elevati per l’avviamento, mentre una laser/digitale stampa immediatamente, proprio come una stampante d’ufficio.
Di contro, il costo-copia dell’offset è contenuto perché la produttività è alta e l’inchiostro costa poco.
Per quanto detto, è opportuno considerare la stampa offset quando occorre un alto numero di copie. Cioè almeno 500-1.000 copie, con un equilibrio ottimale tra costi fissi d’impianto e costi variabili di tiratura sulle 2.000 copie.

 

La stampa in rotativa: da 20.000 a 2 milioni di copie, per pochi centesimi

Parente stretta dell’Offset è la stampa in rotativa. E’ una stampa di tipo industriale, con la quale si produce tutto quanto supera le 20.000 copie e quindi quasi tutte le pubblicazioni che vanno in edicola: quotidiani, settimanali e mensili. A volte anche libri, se la tiratura è adeguata.
Le rotative utilizzano carta in rotoli, molto più economica della carta in fogli. La qualità della stampa in rotativa è leggermente inferiore a quella dell’offset, ma il costo-copia è straordinariamente basso, sia per la produttività degli impianti, sia perché la rilegatura è parte integrata del ciclo di stampa, sia perché la carta in bobina può essere di una grammatura minima, sui 50-60 gr (a parità di costo al kg, si ottengono più pagine con una grammatura bassa).

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Nella foto: un impianto di stampa rotativa. In primo piano la bobina di carta pronta per la stampa.

 

La stampa digitale: stampa immediata per piccole tirature, in piccoli formati

La stampa digitale professionale somiglia a quella comunemente utilizzata negli uffici o a casa. 
Non sorprende, quindi, che non ci sia bisogno di alcuna fase preparatoria: la gestione del colore è realizzata da processi elettronici e la stampa è immediata. Per questo la stampa digitale non ha costi tecnici di avviamento, però ha dei costi-copia più elevati rispetto alla stampa offset, perché il materiale di consumo costa molto più.

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Nell’immagine: la struttura di una stampante digitale professionale. E’ simile a quelle da ufficio, ma ha un costo-copia inferiore ed è molto più veloce e versatile. Per esempio, esegue automaticamente alcune fasi di “allestimento” (piega e/o spillatura ecc.).

Proprio perché il costo-copia è relativamente elevato, la stampa digitale viene solitamente utilizzata per tirature medio-basse, generalmente fino a 100-200 copie. Anche se negli ultimi anni la riduzione dei costi unitari della stampa digitale sta progressivamente aumentando questo limite, portandolo verso le 500 copie.

La stampa digitale ha il vantaggio di essere praticamente immediata e può trattare in sequenza continua lavori del tutto diversi e/o stampe che devono essere differenziate, per esempio con il nome di un diverso destinatario su ogni copia.

Oltre al costo-copia elevato, un altro limite della stampa digitale è che può usare solo una limitata tipologia di carte. Motivo per cui, quando occorrono carte speciali o ad alta grammatura è necessario affidarsi alla stampa offset.

 

Qualità di stampa a confronto

La stampa offset risulta particolarmente efficace anche in presenza di superfici porose o irregolari (si pensi alla carta goffrata) e offre dunque risultati di qualità elevata in qualsiasi contesto, anche a livello di definizione, ma non solo: se è necessario ottenere dei colori brillanti, la stampa offset offre maggiori garanzie.

La stampa digitale di vecchia generazione perdeva nella resa dei colori, ma le più recenti stampanti hanno notevolmente migliorato sia la qualità dei pigmenti, sia il controllo elettronico dei vari parametri, come la luminosità, la saturazione e il bilanciamento cromatico. 

Un ultimo progresso è stato fatto dotando le stampanti di colori in forma chiara e scura. Il primo colore ad essere stato sdoppiato è stato il nero, che è stato affiancato da un grigio, per i passaggi tonali più delicati. In pratica, con le ultime tecnologie è diventato molto difficile notare la differenza sul prodotto finale.

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Nello schema si vedono i 7 serbatoi di colore di una stampante digitale Indigo. Con più di 4 colori a disposizione, si possono riprodurre più fedelmente le immagini.

 

I costi: costo-copia contro costo totale

Per la stampa offset, il costo-copia è inversamente proporzionale al numero di copie stampate, che diminuisce man mano che il numero di copie aumenta, fino al punto di costare poco più della sola carta.

La stampa digitale mantiene il costo della singola copia elevato, ma avendo la possibilità di stampare quantità limitate, su richiesta ed in tempi brevi, può risultare più conveniente e alla portata di chiunque.

Per esempio: un’edizione di 100 pagine può avere un costo unitario di 2 euro se stampata in offset, ma bisogna stamparne 1.000 copie, e quindi spendere/investire 2.000 euro.
In digitale, la stessa edizione può costare 15 euro a copia, ma se ne servono solo 10, il costo/investimento finale è limitato a 150 euro.

Claudio Torrella