Tra le tecniche redazionali, una delle più antiche è senza dubbio la correzione di bozze con i simboli. Se hai mai fatto revisionare un documento stampato da un correttore di bozze, è probabile che le pagine ti siano state restituite piene di segni strani.
Geroglifici, scarabocchi, caratteri cuneiformi?
Sì, è vero, potrebbero sembrare tali. Ma in realtà sono i simboli della correzione di bozze. E anche se potrebbero apparire come reliquie del passato, fanno ancora parte degli strumenti essenziali per editor, correttori di bozze e grafici.
Già nel Medioevo, i correctores segnavano sul margine dei fogli i cambiamenti da apportare ai manoscritti, usando segni simili a lettere greche. Dal XV secolo, con l’avvento della stampa, compositori, tipografi e correttori di bozze hanno adottato questi stessi segni. Con alcune variazioni, questi simboli sono ancora in uso oggi.
Fino a pochi anni fa, la revisione su bozze stampate era l’unica soluzione possibile. Oggi esistono alternative digitali, ma la correzione con i simboli resta ancora ampiamente utilizzata, ed è per questo che deve essere parte delle competenze di base di editor e correttori di bozze.
Anche con la diffusione del desktop publishing e dei correttori ortografici integrati nei word processor, la correzione con i simboli rimane un metodo standard di riferimento: pratico, economico e facile da applicare per comunicare correzioni e modifiche sulle bozze impaginate.
Per la tua carriera
Se desideri intraprendere una carriera come correttore di bozze, considera questi tre motivi per cui è importante padroneggiare i simboli di correzione: