Corsi di editoria: a cosa serve un editor?

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Durante i corsi di editoria leggiamo, correggiamo e valutiamo inediti: romanzi, racconti e saggistica. Ma non solo. Parte del tempo, infatti, è dedicata a definire che cosa fa un editor e quali dovrebbero essere i limiti dei suoi interventi.

Alcune risposte sono facili. Altre non lo sono affatto. E nel corso del tempo, mentre alcune certezze si incrinano, le risposte diventano sempre più fluide.

Nell’ultimo laboratorio prima delle vacanze, è nata una lunga discussione in chat a proposito del premio letterario BigJump, un concorso dedicato a romanzi inediti, indetto da 20lines, Rizzoli e Amazon.

Il concorso, gratuito e aperto a tutti, permetteva ai lettori di leggere i romanzi e contribuire alla selezione dei dieci titoli più interessanti. Erano accettati romanzi di genere giallo, rosa o di ambientazione storica.

Il volume più votato è stato Dimmi se ne vale la pena di Stefania Balotelli, un chick lit, genere molto apprezzato dal pubblico femminile.

L’autrice ha caricato qui l’incipit e la sinossi del suo libro. Che dire? Qualsiasi editor (ma anche un lettore mediamente esigente) non può non trasalire davanti a un uso così bizzarro della grammatica, delle maiuscole e della punteggiatura.

Il libro è stato pubblicato da Rizzoli in edizione digitale e stampata. Qui si può leggere un’anteprima dell’edizione pubblicata.

Il libro intero non l’abbiamo letto e quindi possiamo parlare solo di quanto abbiamo trovato online. Intanto, ci siamo azzuffati su varie questioni.

BalotelliL’inizio è brutto! No, la storia pare carina e  i personaggi mi piacciono, l’Angelica sembra mia sorella! Che mi importa se ci sono virgole con troppe spaziature? Basta una revisione veloce ed è un bel libro da leggere in metropolitana. Ne vendi un sacco di copie e questo è quello che fa un editor di successo, non è vero?

I dialoghi sono da dementi! Con mia sorella e le mie amiche parlo così. Stai volutamente ignorando, anzi no, offendendo una fascia di lettori. È così che farebbe un editor in una casa editrice? Io non parlo di sicuro, e neanche tu, come nel romanzo “di alta letteratura” che stiamo revisionando adesso, dove l’autore si crede Tolstoi e i dialoghi sono così improbabili, così ridicoli, così falsi… Insomma, nessuno parla così, neanche a teatro! I “mi piace” sono farlocchi. Saranno amici e parenti ad aver cliccato. E già, perché gli altri 500 autori, invece, non l’hanno fatto. Tutti corretti, eh?

Abbiamo, quindi, analizzato i due testi a disposizione: l’originale dell’autrice e quello definitivo pubblicato su Google Books.

VERSIONE ORIGINALE

Avete mai avuto la sensazione che la vita, la vostra vita, stia prendendo una strada che non avevate scelto e che proprio non vi piace? e voi ci provate a cambiarla quella strada, ad imbucare una svolta a destra o a sinistra, o addirittura a mettere la retro marcia… ma alla fine per quanto ci stiate provando, vi ritrovate ancora su quella maledetta strada!

VERSIONE PUBBLICATA

Vi è mai capitato di provare la sensazione che la vita, la vostra vita, stia prendendo una direzione che non avete scelto e che proprio non vi piace? E voi tentate di cambiarla, di imboccare una svolta a destra o a sinistra, o addirittura di mettere la retromarcia, ma alla fine, per quanto vi sforziate, vi ritrovate sempre al punto di partenza.

 

L’editor della Rizzoli (o l’autrice stessa) ha cambiato l’incipit. Meglio? Certo le maiuscole dopo il punto aiutano la lettura, retromarcia si scrive senza pausa, la d eufonica andrebbe eliminata, ma a una lettura ad alta voce qual è il brano più efficace? Li abbiamo letti e riletti, cambiando l’intonazione, con più o meno enfasi e alla fine (sorpresa!), la versione originale ha ottenuto più punti rispetto a quella “addomesticata”.

Continuiamo il confronto.

VERSIONE ORIGINALE

e allora pensate che in fin dei conti, se il destino vi vuole lì, un motivo ci sarà… magari vi aspetta qualcosa che vi cambierà la vita in meglio e quindi andate avanti.

grosso sbaglio.“ Parole, parole, parole… parole, parole, parole… parole, parole, parole soltanto parole, parole tra noi…” Ecco, direi che questa canzone ci sta a pennello.

VERSIONE PUBBLICATA

E allora pensate che in fin dei conti, se il destino vi vuole lì, un motivo ci sarà. Magari vi aspetta qualcosa che vi cambierà la vita in meglio. Così andate avanti. Grosso sbaglio. Un grosso, grossissimo sbaglio.
Alla radio passano Parole parole di Mina. Ecco, direi che questa canzone ci sta a pennello, perché Angelica continua a parlare, sembra una pentola a pressione.

 

La variazione: “Alla radio passano Parole parole di Mina” è, senza complimenti, bollata come uno svarione dell’editor. Stephen King cita continuamente testi di canzoni nei suoi libri, non c’è bisogno di una presentazione formale, forse doveva mettere una nota a pie’ pagina con gli autori, se no la SIAE se la prende a male (sghignazzate). Ma anche l’autrice… chi la conosce questa canzone?

Insomma, al termine della giornata, avevamo trovato qualche risposta alla domanda: “Che cosa fa un editor?”.

Riguardo ai limiti dei suoi interventi, questo è ancora oggetto di discussione e lo vedremo nelle prossime sessioni.


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