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Come realizzare un quotidiano: il caso de ‘La Verità’

come realizzare un quotidiano

Due anni fa nasceva un nuovo quotidiano, La Verità. Vediamo cosa può insegnare questa esperienza editoriale ben riuscita, sul piano dei conti.

Si parla di crisi dell’editoria e, di caso in caso, poi si scopre che è malagestione, gigantismo, sprechi. Tre difetti storici dell’editoria giornalistica che vengono a galla quando il mercato cambia ma la gestione no.

Al secondo compleanno de La Verità, il direttore, Maurizio Belpietro racconta: «quando due anni fa fondai La Verità, quotidiano di carta, mi dicevano che era una pazzia, ma il giornale sta in piedi, vende 26 mila copie e ad agosto è cresciuto del 14 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente».
L’organico? Un direttore, un condirettore, 2 vice, 4 giornalisti a tempo pieno e altri 2 per l’online, un grafico. Ovvero: costi fissi per 11 addetti e incassi tra i 13 e i 15.000 euro al giorno.
Questo dimostra che sostenere un quotidiano di 24 pagine con 6 giornalisti operativi è possibile da tempo, dato che la produttività giornalistica è enormemente aumentata, in particolare negli ultimi dieci anni.

Non come per il settimanale Panorama, che non si è adeguato ai tempi ed oggi viene regalato (e con dote, pare), proprio a La Verità, cioè a Maurizio Belpietro, che lo diresse già dal 2007 al 2009. Panorama oggi ha un centinaio di pagine e vende “solo” 86.000 copie, meno di un decimo dei tempi d’oro, quando poteva sfiorare il milione di copie e aveva più pagine di un libro medio.
Nonostante il ridotto numero di pagine e la periodicità settimanale, Panorama ha una redazione di 24 giornalisti (contro i 6 de La Verità), quasi tutti con una qualifica superiore a quella di redattore, e 6 tra grafici ed editoriali.
Nel conto economico, più di un milione di euro va ad alcuni collaboratori, nomi molto noti al pubblico, che scrivono poco e costano troppo. Il risultato è che la testata è in perdita e la Mondadori l’ha messa in cessione.

Stante la riduzione delle pagine, e quindi di lavoro, una gestione più imprenditoriale avrebbe impiegato 24 giornalisti per altre iniziative, dagli inserti stampati (con tanta pubblicità), a nuove testate online.
In questo senso, un caso di scuola è quello della redazione de Il Fatto Quotidiano, che in poco tempo si è applicata su altri progetti editoriali. Tra i vari, l’edizione di libri giornalistici e un mensile di approfondimento.

Il caso de La verità, de il Fatto Quotidiano e di Panorama dimostrano che i problemi tecnici e i collegati finanziari non sono diversi dalla maggior parte delle imprese (snobismi a parte). L’unico vero problema per il successo di una nuova impresa editoriale è la scelta della linea, cioè quali informazioni, con quale taglio e per quale pubblico.
In due parole in chiave di marketing: quale prodotto per quale mercato (snobismi a parte).
Marco Di Giuseppe & staff FirstMaster

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