Gennaio 2011
Palumbo fa carriera: nel ’49 viene assunto al Mattino di Napoli; nel ’53 inventa SportSud; il 1° gennaio ’62, arriva a Milano. (…)
Milano diventa la città di Palumbo, che lancia le pagine sportive del lunedì e fa capire subito che va di fretta, nella voglia di rinnovare e sorprendere. La sua preoccupazione più grande è quella di interpretare i desideri del lettore, che ascolta in silenzio nei bar o sulle scale, all’uscita dallo stadio.
Cerca i retroscena e i perché degli eventi; esige la massima attenzione per la storia e per le storie; la ricerca del valore aggiunto è quasi ossessiva. Vuole un giornale scritto con un linguaggio comprensibile a tutti, una titolazione efficace, anche strillata, mai sopra le righe, di forte impatto grafico, non soltanto nella prima pagina. Tutti elementi che trasferirà quando il 6 novembre ’76, dopo aver guidato il Corriere d’Informazione (con rottura traumatica), verrà chiamato a dirigere la Gazzetta dello Sport, trasformandola in un vero quotidiano popolare, in un vortice di copie in continua ascesa.
Accetta la sfida della tv, sempre più invadente, vincendola con tale facilità da chiedersi come avrebbe trasformato il suo giornale oggi, nel confronto con i new media. (…)
Nella primavera ’84 viene designato a dirigere il Corriere, ma rinuncia: scopre di essere malato e capisce che non potrebbe dedicarsi al lavoro giorno e notte.
Link articolo sul Corriere del Mezzogiorno.it,
Segnalazione di Luca Antonioni