Tra le tante anomalie dell’informazione televisiva italiana c’è quella della cronaca nera. Abbondante e particolareggiata nei telegiornali, la fa da padrona nelle fasce orarie meno pregiate: mattina e pomeriggio. «A cosa serve dedicare a Meredith, Sara, Melania… decine, centinaia di ore dei telegiornali e dei talk show della mattina e del pomeriggio, di seconda e terza serata? A cosa serve svelare per ore i nuovi particolari sanguinolenti, morbosi e torbidi, i plastici, le temerarie interpretazioni di psichiatri e criminologi ormai star dei salotti televisivi?»
«In un recente convegno promosso a Padova dalla redazione di Ristretti orizzonti si metteva in evidenza proprio la “caratteristica tutta italiana di infarcire i telegiornali di cronaca nera, privilegiando i delitti comuni rispetto a quelli della criminalità organizzata, serializzandoli come fossero delle telenovela quotidiane. ’Dal 2005 – ha detto Paola Barretta dell’Osservatorio di Pavia – l’informazione sulla cronaca nera è cresciuta, anche se i reati sono diminuiti‘”. (Fatto Quotidiano, blog di Stefano Corradino)»
A cosa serve rimestare così tanto nei più cruenti fatti di cronaca nera? E’ fare dietrologia se dico che (oltre alla facile audience), nella programmazione per pensionati e casalinghe la cronaca nera a oltranza serve a intimorirli (chi ha anziani in famiglia sa di cosa parlo), e nei telegiornali serve a coprire le notizie scomode, ma obbligatorie?
Non basta che una notizia scomoda sia consumata in 7/8 secondi. Poi viene coperta da un fattaccio per un tempo doppio, triplo o quadruplo.
Maria Bonanni