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Garanzia Giovani: finanziamenti fino a 50 mila euro

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Apre a gennaio il piano “Garanzia Giovani” permette ai giovani fino a 29 anni di ottenere prestiti fiduciari da 5.000 a 50.000 euro, senza interessi e senza garanzie, per avviare nuove iniziative professionali o imprenditoriali.

Per stimolare l’autoimprenditorialità e l’autoimpiego dei giovani con meno di 29 anni, il Governo ha disposto un Fondo di rotazione denominato Garanzia Giovani e gestito da Invitalia, con il quale dare un piccolo capitale, da un minimo di 5 mila ad un massimo di 50 mila euro, per avviare un’attività lavorativa in proprio.

Le erogazioni saranno «a tasso di interesse zero» e, per essere destinatari delle sovvenzioni non occorrerà presentare garanzie personali (come richiesto, invece, dal circuito bancario).
Non solo, il piano di rimborso potrà essere diluito fino a 7 anni, con questi valori:

  • 119 euro al mese per un finanziamento di 10.000 euro;
  • 238 euro al mese per un finanziamento di 20.000 euro;
  • 357 euro al mese per un finanziamento di 30.000 euro;
  • 476 euro al mese per un finanziamento di 40.000 euro;
  • 595 euro al mese per un finanziamento di 50.000 euro.

Come si vede, sono oneri marginali con i quali poter avviare uno studio professionale o un’attività imprenditoriale.
Secondo Poletti, del Ministero del Welfare, Garanzia Giovani, sarà una «leva» che sosterrà le nuove generazioni nel «concretizzare le loro idee, con un finanziamento a tasso zero. Oltre che a cercarlo, un lavoro bisogna inventarlo», ha puntualizzato.

I due errori più comuni nell’avviare un’attività

Il primo errore che fanno quasi tutti è di chiedere un finanziamento strettamente limitato alla copertura dei costi. Invece, occorre aggiungere ai costi dei margini di sicurezza, compresa una quota utile a pagare le rate dei primi 12 mesi (valore orientativo).
In pratica, se i costi di avviamento fossero di 10.000 euro, è opportuno aggiungervi le 12 quote di 119 euro (1.428 euro) e quindi chiederne 11.500 per avere il primo anno senza problemi di rimborso e per avere dei margini di sicurezza.

Il secondo errore che fanno quasi tutti è di sottovalutare l’importanza e i costi della pubblicità. Questo accade quando si ama troppo la propria idea, sia un servizio (come l’editing, scouting ecc.) o un prodotto (come collane editoriali, periodici, newsletter ecc.).
Sono proprio le nuove iniziative che devono essere sostenute dalla pubblicità e in un buon business plan la voce pubblicità non dovrebbe essere inferiore al 20-30% dell’investimento.
A. Ruggieri
Link:
– Invitalia
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