Se i tuoi testi non sono nelle prime pagine dei motori di ricerca, certamente fai errori come questi.
Il passaggio dal giornalismo al web journalism richiede la conoscenza del funzionamento dei motori di ricerca, e attenzione al Seo (search engine optimization), perché senza Seo, anche gli articoli migliori restano invisibili al 90-99% dei lettori.
Comprendere sia le capacità che i limiti dei motori di ricerca consente di interagire correttamente con le dinamiche di Seo.
Il punto di partenza è questo: la tecnologia dei motori di ricerca è potente, ma limitata. Ci sono limiti tecnici che, come giornalista, devi conoscere se non vuoi essere penalizzato dalla valutazione automatica (algoritmi) dei tuoi articoli giornalistici.
Tra i vari errori da non fare, questi sono i più diffusi e i più importanti. Ecco come rimediare.
1) Contenuto interpretabile
I motori di ricerca sono in grado di leggere e valutare il testo (in Html), ma non i rich media, come i file Flash (animazioni), i disegni, le foto e i video. Per una corretta valutazione da parte dei motori di ricerca, devi dare a questi file un nome che contenga la parola chiave dell’articolo. Se hai accesso alla pubblicazione diretta, sul sito, devi fare la stessa operazione anche nel campo “Alt”.
2) Parola-chiave ottimale
La parola-chiave dell’articolo deve essere quella che usano comunemente le persone per le ricerche online. Nel master di giornalismo FirstMaster c’è l’esempio della coppia di parole Pmi-imprese. Dove “Pmi” è il termine più usato nel giornalismo stampato per indicare le imprese, ma online è il termine “imprese” quello ricercato. L’esempio vale per molti altri termini che hanno un corrispondente nel linguaggio comune. E’ questo il termine da preferire e da ripetere nell’articolo.
Per la scelta della parola-chiave ottimale si può utilizzare l’intuito, oppure si possono utilizzare i dati di ricerca che Google ed altri mettono a disposizione dei giornalisti online e di tutti gli altri interessati.
3) Eliminazione dei sinonimi
Un altro errore che deriva dal giornalismo stampato è quello di utilizzare i sinonimi, per essere più colorito e per non ripetere sempre la stessa parola. Ma i motori di ricerca non sono quasi mai in grado di capire i sinonimi, le allusioni e il linguaggio figurato.
Quindi un titolo ricorrente come “Toro in Borsa” (per dire che la Borsa è in fase positiva), è perdente online. Ugualmente perdente online è la parola “boom” per indicare un successo clamoroso. O “Rivolta a Palazzo” per indicare una protesta dell’opposizione.
4) Url decifrabile
Se come giornalista hai accesso alla pubblicazione sul sito, dovresti completare il lavoro di pubblicazione controllando l’url del tuo articolo. L’url è quella stringa di testo che identifica ogni pagina online e quindi ogni articolo pubblicato.
L’url dovrebbe contenere il percorso di accesso all’articolo e il titolo dell’articolo, non una sequenza di lettere e numeri incomprensibili per le persone e per i motori di ricerca.
Alcune piattaforme di pubblicazione identificano l’articolo con sequenze di questo tipo: magazine.it/salute/473b4964-9325-11e3-aaf6-4579e45c2a0a.html, invece di magazine.it/salute/capire-l-artrosi/.
Se occorre e se possibile, devi sostituire l’indecifrabile link originario con uno comprensibile.
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