«Non ne potevo più di leggere pagine su pagine o di vedere Tg in cui i protagonisti erano e sono personaggi inattendibili, spesso arroganti, disinformati, ignoranti con il loro disco rotto, e i giornalisti a tener loro bordone, incapaci di controbattere con dati di fatto».
Così inizia lo sfogo di un lettore esasperato, che Beppe Severgnini ospita nel suo blog, sul Corriere della Sera. Come lui, come Severgnini e come decine di migliaia di italiani, passati dall’informazione professionale all’informazione non professionale di blog e social network, siamo tutti stufi di un’informazione monopolizzata da «gente che recita a soggetto la propria parte con altri soggetti analoghi, in un dibattito quasi autistico, privo di reale confronto, di informazioni o idee. Politici o personaggi vari tesi a difendere l’indifendibile, quasi che il disastro economico, politico e sociale fosse colpa di marziani».
Come loro, penso che «non se ne può più di giornalisti che non sanno separare i fatti dalle opinioni, che scrivono articoli senza indagare sulle fonti, solo per far notizia, con titoli fuorvianti che nulla azzeccano con i contenuti. Non se ne può più di quelli ottusi e privi di idee, che al congiunto di una persona assassinata, sanno solo chiedere: come si sente? E’ disposto a perdonare l’assassino?»
Dal blog di Severgnini (Corriere della Sera) – “Non ne potevo più di questa informazione”
A c. di Fabrizio Maggi & staff FirstMaster Magazine
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“Cane da guardia o cane da compagnia? Confronto tra il giornalismo inglese e italiano” è il titolo del dibattito che si è tenuto all’Italian Cultural Institute di Londra.
– Informazione, dialettica e giornalismo.
La mancanza di una cultura dialettica rovina il lavoro giornalistico e lo riduce a un duello tra avversari.
– Giornalismo e lacrime di coccodrillo.
Roberto Saviano: “per i quotidiani italiani qualunque fatto importante accada nel mondo è solo rumore di fondo. Si racconta una politica che si nutre di baruffe polverose”.