Un modo di emergere nel giornalismo è quello di sviluppare le tue capacità di scrittura. Ecco esempi e indicazioni.
Una buona scrittura giornalistica risponde a una serie di requisiti basilari (v. manuale La scrittura professionale), abbastanza noti, anche se poco applicati. Poi c’è un secondo livello qualitativo di scrittura, più avanzato, che aggiunge appeal al testo. Aggiunge un piacere di lettura che moltiplica lettori e visibilità. Ed è di questo che voglio parlare.
Contrariamente a quello che potresti pensare, una scrittura brillante, smart, non è un dono di natura, ma il risultato di tecniche di comunicazione ben codificate (v. manuale Modelli per una comunicazione efficace). Un campione di queste tecniche è Marco Travaglio che le usa quasi sempre nei suoi editoriali. Come quello di ieri (19/8/20), che in parte ripropongo sotto.
Mario Draghi ha il suo bel daffare a schivare il pressing dei cortigiani che lo vorrebbero presidente del Consiglio e/o della Repubblica, ministro, supercommissario a qualsiasi cosa, ma anche presentatore del festival di Sanremo e di Temptation Island. Ieri mattina, per dire, non aveva ancora parlato al Meeting di Rimini e già i giornaloni, pur non avendo la più pallida idea di ciò che avrebbe detto, si avventuravano in tumide esegesi del suo pensiero, tanto ignoto quanto messianico e salvifico.
Il Messaggero, in orgasmo, titolava: “Draghi apre il Meeting: in campo se il governo va in stallo sui fondi Ue”, “Atteso un discorso ‘programmatico’ dall’ex presidente della Bce, che aveva già avvisato: bisognerà convivere con il debito” (ammazza che volpe). E la Repubblica, in estasi mistica: “Il Meeting di Rimini nel segno di Draghi: ‘Può indicarci la via’”, “Vittadini: ‘Ha una visione’” (come i tre pastorelli di Fatima; e pare che senta pure le voci, tipo Giovanna d’Arco).
Poi Supermario ha parlato e non ha detto assolutamente nulla, anche se l’ha detto benissimo. Si capiva che lo faceva apposta, onde evitare che qualcuno gli affibbiasse discorsi programmatici, autocandidature di qua e di là, indicazioni viarie, visioni, apparizioni, divinazioni, annunciazioni, poteri paranormali, sedute spiritiche, messaggi medianici.
Anzi, per dirla tutta aveva l’aria di prendere per i fondelli i seguaci non richiesti, pronunciando ostentatamente una serie di banalità come Peter Sellers nei panni del giardiniere Chance in Oltre il giardino (film, ndr). “Fintantoché le radici non sono recise, va tutto bene, e andrà tutto bene, nel giardino”, “Prima vengono la primavera e l’estate, e poi abbiamo l’autunno e l’inverno. Ma poi torna la primavera e l’estate”, diceva Chance: e tutti arrotavano la bocca a cul di gallina per la profondità delle metafore politico-economiche.
Ieri Draghi l’ha imitato alla perfezione. “Sono tempi di incertezza, di ansia e di riflessione. Ma non siamo soli e la strada si ritrova certamente”: accipicchia. “Come diceva Keynes, quando i fatti cambiano, io cambio le mie idee”: perbacco. “I sussidi sono una prima forma di vicinanza della società a chi è più colpito, ma servono a ripartire, non resteranno per sempre”: perdincibacco. “Ai giovani bisogna dare di più”: di Ruggeri-Morandi-Tozzi. “Non dobbiamo privarli del loro futuro”: ma non mi dire. “Nel secondo trimestre 2020 l’economia si è contratta a un tasso paragonabile a quello registrato nella seconda guerra mondiale”: ma va? “Investire nel capitale umano, nelle infrastrutture cruciali per la produzione e nella ricerca”: apperò.
Questo stile è tipico di Travaglio, e se ti piace molto, considera che è una forma di scrittura che si impara e che con il tempo diventa così spontanea da non costare sforzi. Nell’editoriale che hai letto, Travaglio ha utilizzato queste quattro tecniche, come fa spesso:
1 – Accumulazione: enumerazione rapida di termini e particolari per evidenziare una situazione e per creare coinvolgimento e pathos.
2 – Ironia: affermare attraverso un opposto. Conferisce alle parole un significato contrario o diverso da quello letterale con intento critico e derisorio, ma leggero e un po’ umoristico.
3 – Sarcasmo: doppio senso finalizzato ad esprimere in modo aspro un’opinione contro qualcuno o qualcosa. Rappresenta un’azione di difesa o di reazione contro qualcosa o qualcuno. Versione aggressiva di argomentazione ironica, tendente a denigrare o ridicolizzare una tesi o una persona. Nella frase sarcastica c’è un elemento di cattiveria che non c’è nell’ironia. Il sarcasmo si manifesta con dei doppi sensi pungenti fino all’offesa.
4 – Analogia: similitudine con valore esplicativo o rafforzativo, utile al discorso. Le analogie sono utili se hanno:
a) un valore rafforzativo: quando si sostituisce un concetto astratto con uno più concreto e noto;
b) un valore esplicativo: quando si richiamano cose note per spiegarne altre meno note.
Queste tecniche e molte altre sono spiegate ed esemplificate in Modelli per una comunicazione efficace, uno dei manuali FirstMaster gratuiti per gli iscritti. Grazie alle tantissime tecniche descritte ed esemplificate, questo manuale ti aiuta a passare da una scrittura piatta a una scrittura più efficace, con tutte le tecniche codificate per:
• enfatizzare i concetti importanti,
• convincere delle proprie tesi,
• divertire, con ironia o sarcasmo,
• ottenere l’attenzione del pubblico.
Per fornire velocemente lo strumento che serve, decine di tecniche sono spiegate ed esemplificate per le più importanti finalità: descrittiva, rafforzativa, semplificativa, esplicativa, umoristica, ironica, estetica, aggressiva, occultativa.
La sfida è lanciata: riuscirai anche tu a fare questo salto di qualità?
Fulvio Di Nicola & staff FirstMaster