Parte da Repubblica l’appello di Michele Serra per un giornalismo meno urlato e più rispettoso verso i lettori.
Parte proprio dalle colonne di Repubblica, che di titoli urlati o esagerati ha sempre fatto grande uso, l’appello di Michele Serra per un giornalismo meno urlato e più rispettoso verso i lettori.
Scrive Michele Serra nella sua rubrica: «Che dire di un giornalismo per il quale ogni dissidio diventa “rissa”, ogni inciampo diventa “rottura”, e per speziare il suo minestrone quotidiano abusa di” proposte shock”, “dichiarazioni shock”, “notizie shock”, come se l’opinione pubblica fosse sordastra e solo l’urlaccio nelle orecchie potesse attirare la sua attenzione?
A che servono, poi, le pazienti ricostruzioni, le schede tecniche, le inchieste che sviscerano e spiegano, se la confezione e quasi sempre un titolaccio “shock”, se i titoli dei telegiornali (che danno il là all’intero coro mediatico, anche quello di carta) si fabbricano con i cocci di frase raccattati nei corridoi?
Sono i media grossolani a costruire un pubblico superficiale. L’alibi, poi, è accusare il pubblico di essere superficiale».
(Michele Serra, La Repubblica, 15/03/2012)
A. c. Giovanni Borsalino & staff
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