BLOGGER – Si è concluso ieri a Firenze il convegno dedicato ai blogger che hanno animato la Primavera araba di questi mesi. Tarek Shalabi (uno dei più noti blogger della rivoluzione egiziana), racconta agli studenti di Scienze politiche dell’Università di Firenze: «non sono stati i social network a far cadere il regime di Hosni Mubarak e questa rivoluzione che deve ancora continuare non è cominciata lo scorso 25 gennaio […]. Noi blogger abbiamo solo diffuso notizie, fatto informazione attraverso media non allineati al governo, cercando di mobilitare la gente».
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I social network costruiscono la Primavera araba
Internet e blogger hanno svolto un ruolo cruciale nel realizzare la Primavera araba. Proprio in Egitto, dopo la morte di un ventottenne picchiato dalla polizia, Khaled Said, una pagina Facebook invitata il popolo alla protesta e oltre 80.000 persone hanno sottoscritto quella pagina di Facebook. E nonostante il governo di Mubarak si sforzasse di oscurare cellulari e internet, le proteste non si sono più placate ma moltiplicate, passando dai computer ai cellulari, dai blog a Facebook e Twitter.
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Parlano i blogger della Primavera araba
Al convegno di Firenze, sono arrivate le parole di un blogger siriano, Khaled Ikhtiar, costretto a lasciare il suo Paese ma tuttora impegnato nella copertura delle notizie dalla Siria: «con un regime che tiene alla porta i giornalisti stranieri e controlla i media tradizionali, è essenziale fornire un’altra versione dei fatti così come ci viene raccontata dalla gente che scende pacificamente in piazza e subisce la repressione delle forze di sicurezza, dai video e dalle testimonianze che raccogliamo».
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Concetti ribaditi da Hassan Al Djhami, blogger libico e oppositore del regime di Gheddafi, che dopo anni trascorsi all’estero è tornato in patria per partecipare alla Primavera araba: «I nuovi media hanno aperto un buco nella cortina di censura imposta dal regime, e Internet è diventata una piazza di partecipazione e condivisione. Partecipazione di persone che si opponevano al regime, condivisione di idee e azioni che si sono subito spostate dai social media al mondo reale».
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Erfan Rashid, giornalista iracheno, ha poi sottolineato come la Primavera araba sia nata da generazioni di giovani che non hanno conosciuto altri regimi se non i loro e abbiano un carattere comune: quello di essere manifestazioni pacifiche.
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«Ci troviamo di fronte a cambiamenti radicali e storici» ha sostenuto Saad Kiwan, responsabile della Fondazione per la libertà dell’informazione “Samir Kassir” di Beirut. «Per troppi decenni il mondo arabo è stato prigioniero di regimi imposti dopo la fine del colonialismo. Avevano promesso progresso, democrazia e libertà e che invece si sono presto trasformati in dittature».
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«C’è un processo democratico, ma serve tempo e sarebbe sbagliato fissare oggi obiettivi che non sono alla portata» ha detto Ahmad Rafat, giornalista iraniano e segretario dell’‘Information safety and freedom’ (Isf), che ha organizzato il convegno e che raccoglie giornalisti stranieri e italiani per la promozione dell’informazione libera.
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Infine, ha concluso Stefano Marcelli, presidente dell’Isf: «è il momento di sostenere questa gente che è scesa in piazza a protestare per la libertà perché la conclusione della Primavera araba non è certa. Nel 2005, qui a Firenze, si tenne un forum di giornalisti del Mediterraneo che si concluse con l’impegno di sostenere la libertà di informazione e i processi democratici. Partendo da quello spunto, l’obiettivo di questo convegno è creare legami stabili con le opposizioni democratiche e mobilitazione a sostegno di questo percorso».
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Primavera araba in tema anche al festival di Internazionale, a Ferrara
Si parlerà anche di Primavera araba anche a Festival del settimanale “Internazionale“, a Ferrara dal 30 settembre al 2 ottobre.
In programma incontri, dibattiti e proiezioni gratuite. Protagoniste del festival, le grandi rivoluzioni politiche e sociali dell’occidente e delle periferie del mondo, i risvolti sul web e i social network tra luci e ombre.
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Il festival è promosso da Internazionale, Comune di Ferrara, Provincia di Ferrara, Regione Emilia-Romagna, Università di Ferrara, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Ferrara Terra e Acqua, Arci Ferrara e Associazione IF.
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Michele Di Martino & staff
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