La redazione di Finzioni, un blog dedicato ai libri, ha deciso di diffondere un manifesto, un “libretto rosa” (in allusione al libro rosso di Mao), che elenchi i punti fondamentali su cui attuare una rivoluzione culturale (di nuovo… Mao), per fondare una ideale Repubblica dei Lettori.
Il volume è articolato in nove punti, che in parte ricordano i celebri “diritti del lettore” di Pennac (in Come un romanzo), ma attualizzato a problemi più strettamente moderni, come il rifiuto dei Drm sugli e-book.
Leggi tutto su l’Angolo di Jane.
Ed ecco qua Il libretto Rosa di Finzioni: un nonalogo (per non prendersi troppo sul serio, perché «non-ha-logo» e perché «di decaloghi in giro ce ne sono già troppi»). Un vero manifesto del lettore come soggetto attivo, creativo, autoriale, secondo il quale il mondo
«è un grande testo che si scrive continuamente, e che noi stessi contribuiamo a scrivere. Scrivere e leggere, a pensarci bene, sono la stessa cosa: un atto di comprensione della realtà. Leggere il mondo, infatti, implica essere in grado di raccontarcelo, cioè di costruirne una narrazione: quando cerchiamo di “leggere gli eventi” per poterli meglio comprendere, per decidere se e come agire, non stiamo forse narrando quegli stessi eventi a noi stessi? Siamo lettori e narratori ad un tempo. Noi siamo i nostri autori».
Così inizia il Libretto Rosa di Finzioni:
“Uno spettro si aggira per l’Italia: lo spettro del lettore (e se questo incipit lo avete già sentito, si vede che siete buoni lettori).
In una nazione che si dice fatta di cittadini che non leggono, in cui editori improvvisati considerano i lettori come una riserva di caccia o un territorio di conquista coloniale; in cui critici parassiti, persecutori fino all’antropofagia, si barricano nelle loro casematte istituzionali tutte costruite di specchi narcisi; in cui chi è considerato Autore se la spassa tra comparsate, aperitivi e premi fasulli e chi invece non è considerato tale pensa più spesso a come farsi invitare nei posti giusti che a scrivere cose migliori; in cui le librerie di catena sono diventate supermercati d’oggettistica cartacea e i supermercati vendono libri tra le cipolle e le patate; in cui le librerie indipendenti chiudono per fare posto a gelaterie e fast-food; in cui lo Stato interviene a gamba tesa per proteggere i soliti noti in un mercato i cui prezzi sono già al di sopra delle decenza – in questa nazione, dicevamo, l’intera filiera dell’editoria ha la forma di una piramide alla cui base sta, schiacciato dalla miopia economica e dalla cecità culturale di chi i libri dovrebbe scriverli e diffonderli, il lettore.”
Scarica il Libretto Rosa (Pdf)
A cura di Matteo Farfisa & staff