In Cina, un piccolo esercito di 280 mila blogger ben pagati (50 centesimi a post), interviene su forum e social-network per neutralizzare le critiche contro il governo centrale: è la contro controinformazione. La risposta delle dittature e dei governi autoritari alla comunicazione dal basso, al popolo di Facebook e di Twitter.
La contro controinformazione di Mosca
Anche in Russia il governo ha realizzato una poderosa macchina propagandistica on line. Secondo Evgeny Morozov, autore di “The Net Delusion. How Not To Liberate The World”, una costellazione di siti è impegnata a sostenere il Governo, o direttamente Putin. C’è anche una “Scuola dei Blogger”, con decine di personalità influenti in Rete, voluta dal Cremlino per fronteggiare critiche e malcontento.
In Venezuela Chavez…
Dopo aver attaccato i social-network come strumento capitalista, Hugo Chávez ha cambiato strategia, secondo il principio: “se non puoi battere il tuo nemico, alleati”. Così ora comunica direttamente con il suo popolo, con Twitter. Dallo scorso aprile, oltre un milione di utenti lo seguono su Twitter, anche per richieste personali.
Chávez ha poi lanciato Communication Guerrilla, un network di giovanissimi studenti, addestrati a «combattere contro i messaggi imperialistici» sul Web.
E in Iran…
Dopo la rivolta del 2008, in gran parte organizzata in Rete, il regime di Ahmadinejad ha lanciato la sua controffensiva anche on line, usando gli stessi strumenti degli oppositori.
Di recente il governo ha presentato Velayat Madaran (“seguaci del leader”), social network simile a Facebook, dove migliaia di blogger vengono addestrati a intervenire nei forum a favore del regime.
Oppure per fare flamming, cioè per provocare polemiche artificiose per minare la credibilità e provocare l’abbandono dei lettori.
The Net delusion
Se un tempo la polizia e i servizi segreti dovevano indagare a lungo per scoprire le connessioni tra gli attivisti antigovernativi, ora basta andare su Facebook e scorrere la lista degli amici. Così dice Evgeny Morozov, docente a Stanford e alla Georgetown University, autore di “The Net Delusion. How Not To Liberate The World”.
Il saggio, da poco pubblicato in Gran Bretagna, richiama l’attenzione sui facili miti e sull’idea che l’informazione dal basso e i social network abbiano in sé il potere di sviluppare la democrazia. I casi che descrive dimostrano ancora una volta che la rete (come la stampa) è uno strumento neutro ed è solo l’uso che se ne fa a dargli una connotazione.
Giorgio Russo & staff
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