Gli instant book sono un campo aperto ai giornalisti. L’ultima prova? 140.000 copie vendute in due settimane per l’instant book su Steve Jobs, appena scomparso, curato dai giornalisti Massimo Gaggi, Paolo Mereghetti, Matteo Persivale, Alessio Ribaudo, Edoardo Segantini e Massimo Sideri: Steve Jobs – Stay Hungry, Stay Foolish.
Un exploit tanto straordinario quanto difficile da ripetere, certo, ma c’è anche chi con gli instant book ha costruito una collana di tipo tradizionale, ma come approfondimento dell’attualità.
Gli istant book del Guardian: un modello da imitare
Uno degli esempi più interessanti è quello del quotidiano inglese The Guardian, che ha creato la collana Guardian shorts, dove gli instant book sono realizzati a partire dall’analisi degli interessi dei 30 milioni di utenti che ogni mese consultano l’edizione online del giornale.
Il Digital Publishing Manager di Guardian Books, Nick Sidwell, ha illustratola collana durante la scorsa edizione di “If book then” (l’evento milanese dedicato proprio all’editoria digitale): questi instant book possono avere dai 5 mila ai 50 mila caratteri, integrate con le informazioni quotidiane già pubblicate, più eventuali timeline, introduzioni e panoramiche. Il tutto ad un prezzo che varia tra 1,99 e 2,99 sterline.
I risultati? La percentuale di lettori raggiunti è stata del 70% rispetto al target stimato in base ai click dei lettori sul giornale: circa 10 mila per ogni instant book da mettere in cantiere in 2-3 giorni.
(foto: redazione The Guardian)
Loredana Ferraris, Massimo Gadda
Link:
– Wiki “instant book“,
– Gli instant book del Guardian
– Best seller “Steve Jobs“, instant book del Corriere.