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Libri in digitale, cosa si può fare con i sw più avanzati
Tutorial sulle soluzioni più avanzate per realizzare libri digitali (Gennaio 2016)
Di che cosa parliamo quando parliamo di file Pdf o Epub e di App? La prima differenza riguarda l’aspetto professionale: sei uno sviluppatore di software o un editore digitale?
Gli sviluppatori di software fanno App (o applicazioni o programmi, se preferite).
Gli editori digitali pubblicano file e documenti che, per essere letti, hanno bisogno di un reader.
Quando fai un Pdf per leggerlo hai bisogno di Acrobat o di Reader o di un browser che lo visualizzi. Allo stesso modo, un Epub ha bisogno di un lettore adeguato.
Sia un Pdf che un Epub sono documenti che puoi spostare, spedire, scaricare, caricare in uno store online ecc. Puoi leggerli su qualsiasi dispositivo: PC, portatile, browser, iOS, Android, Linux e via dicendo.
Le App, invece, sono dei software e fanno cose che solo degli applicativi possono fare: puoi venderle in uno App store come dei giochi, puoi progettare acquisti in-App e molte altre cose ancora, ma le App sono più complesse da pubblicare, sono specifiche per ogni tipo di dispositivo (un’App iOS non può essere eseguita su Android, ecc.), è necessario ottenere il permesso da parte di Apple per pubblicare su iTunes, e così via.
Ma nel corso degli ultimi anni, le cose si sono un po’ rimescolate. Molte App, infatti, sono sempre più simili ai documenti di cui parlavamo prima, con funzioni simili ai Pdf e agli Epub: si scaricano e si leggono come, ad esempio, riviste e magazine in abbonamento.
Nello stesso tempo, i documenti (Pdf ed Epub) hanno acquisito nuove funzionalità che le rendono sempre più simili alle App. È sempre più frequente trovare Epub a layout fisso Epub (FXL) e Pdf con elementi interattivi, come video, slides, audio, form, pulsanti ecc.
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InDesign e App
InDesign permette di convertire i suoi file in un’App, utilizzando appositi servizi di Adobe. DPS (Digital Publishing Suite ) e DPS 2015 (Adobe Solution Digital Publishing), sono soluzioni complete che consentono agli editori di creare, distribuire, commercializzare e ottimizzare le pubblicazioni per dispositivi tablet.
In sintesi, con l’uscita dell’Ipad sul mercato, Adobe aveva introdotto Digital Publishing Suite (DPS) come servizio in grado di produrre riviste digitali interattive. Adobe ha avuto un grande successo vendendo questa soluzione agli editori di riviste e magazine. Ma è stato ben presto evidente che il pubblico non ne apprezzava il valore e non ripagava dei costi.
Così nel 2015 Adobe ha annunciato un nuovo prodotto chiamato Adobe Solution Digital Publishing (non Suite), noto come DPS 2015. DPS 2015 ha reso possibile la creazione di App altamente personalizzate, con un’interfaccia responsive in grado di pubblicare un flusso continuo di contenuti e articoli e di includere testo HTML reflowable in un’App.
Ma, a quanto pare, Adobe è andata ancora oltre e ha deciso di includere DPS 2015 in Adobe Experience Manager, soluzione completa per il content management che consente di realizzare siti web, App mobile e moduli e per semplificare la gestione dei contenuti. Queste App sono un mix di contenuti interattivi e multimediali unite alle funzionalità tipiche di un’App.
Le App AEM Mobile possono includere contenuti provenienti da molteplici fonti: InDesign, ovviamente, ma anche PowerPoint, Pdf e HTML.
L’HTML, soprattutto, perché permette di includere contenuti autogenerati da qualsiasi CMS (Content Management System) e responsive, adattabili a qualsiasi schermo. Queste App possono includere possibilità di pagamenti, calcolo di rate, rilevamento della posizione dell’utente, memorizzazione di dati sul dispositivo, connessione a database, calendari, email ecc.
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Alta tecnologia ad alto costo
Peccato che il costo di tanta tecnologia ne faccia una soluzione riservata ai grandi editori, mettendo a rischio la giovane “democrazia digitale”.
Fortunatamente ci sono altre aziende che trasformano impaginati InDesign in App a prezzi più contenuti rispetto ad Adobe come Twixl, Aquafadas e Mag+. Queste aziende offrono anche percorsi alternativi per la conversione di documenti InDesign in App. Sono meno care e quindi più vantaggiose per le piccole imprese.
Publish Online (anteprima)
Una soluzione alternativa potrebbe essere la funzione Publish Online, introdotta in InDesign CC 2015. Con Publish Online è possibile creare da ogni file di InDesign una pagina web che funziona su qualsiasi dispositivo, con qualsiasi browser Web, senza dover installare alcun plugin.
Il file di InDesign può contenere pulsanti, presentazioni, animazioni, audio e video inseriti con le funzioni per la creazione di contenuti interattivi.
Dopo aver pubblicato un documento, è sufficiente fornire l’URL del documento online ad altri utenti per consentire loro di visualizzarlo su qualsiasi dispositivo e piattaforma. Si può condividere il documento online su social network come Facebook e Twitter oppure tramite email. Inoltre, il documento può essere incorporato su qualsiasi sito Web o blog utilizzando il codice fornito dall’opzione di incorporazione sul layout di visualizzazione.
InDesign: Epub e Pdf
Le App richiedono molto tempo e molto lavoro che spesso non sono sufficienti perché lo store di Apple può rifiutare l’App in quanto è troppo simile a un libro e non è abbastanza coinvolgente.
Al contrario fare un Pdf è quanto di più banale ci sia, ma le cose non sono mai così semplici! Molti store internazionali non vendono Pdf. I Pdf interattivi, poi, non funzionano bene su tutti i dispositivi, Ipad in primis, o in tutte le App. E anche su un normale PC con Acrobat è necessario disporre di Flash, per i file audio e video.
L’Epub2 è ancora lo standard più utilizzato: testo reflowable, ma tutto sommato statico, senza interazioni, con la sola possibilità di muoversi all’interno grazie alle funzioni degli ereader.
L’ultimo arrivato, l’Epub a layout fisso (FXL), invece, dovrebbe promettere bene. È possibile utilizzare l’ultima versione di InDesign per realizzare Epub altamente interattivi con collegamenti ipertestuali, video, pulsanti, animazioni, presentazioni e così via e questi file FXL sono documenti che è possibile distribuire in molti modi, praticamente in tutti gli store online e anche su iBookstore di Apple.
Tutto bene, dunque? Ovviamente no! Per esempio:
- alcuni dispositivi non vedono proprio il formato Epub3
- gli elementi interattivi non funzionano sui reader e-ink (a inchiostro elettronico). Tenendo conto che ne sono stati venduti da 20 milioni nel 2011 a più di 12 milioni nel 2014, possiamo dire che una larga fetta di lettori è praticamente tagliata fuori
- alcuni tag dell’HTML5 e alcuni comandi CSS3 non sono riconosciuti o sono ignorati o danno errore con sparizione di pagine o addirittura dell’intero libro
- alcuni store non sono ancora preparati a vendere Epub3 per varie questioni di validazione
- Amazon (con Kindle) non sembra molto interessato
- accorgimenti sull’uso delle font
È possibile visualizzare un Epub3 su Mac e Windows e iOS e Android, quando si ha a disposizione un reader Epub3, ad esempio, iBook di Apple, Digital Editions di Adobe, Kobo, e l’estensione Readium Chrome, tutte le opzioni gratuite per la lettura dei file FXL.
A febbraio 2016 l’IDPF ha annunciato una revisione del formato ePub3 potenziato da strumenti che dovrebbero riguardare l’Open Annotation, dizionari e glossari, l’Epub Region-Based Navigation 1.0, salvataggio di contenuti realizzati dall’utente/lettore (ad esempio, quiz o esercizi nei libri per la scuola), ma tutto sommato i lettori di ePub3 sono ancora pochi.
Un’ultima considerazione riguarda lo store più importante: Amazon. Amazon ha inventato l’ebook ma i suoi Kindle e il suo formato mobi non funzionano più come prima, mentre l’accerchiamento dell’industria editoriale tradizionale ha aggravato la crisi.
Nel 2015, tuttavia, la più importante casa editrice inglese, la Penguin, ha chiuso il suo centro di distribuzione più grande, perché le vendite dei libri stampati sono diminuite del 5% mentre la vendita degli ebook è aumentata dell’11%. La Barnes&Noble ha chiuso o chiuderà molti dei suoi punti vendita. Negli Stati Uniti il numero dei prestiti di ebook nelle biblioteche ha superato i 169 milioni.
In conclusione, siamo nel bel mezzo di una rivoluzione editoriale e niente è stabile o stabilito, tranne il fatto che il digitale ha provocato profondi e irreversibili cambiamenti nell’industria editoriale e nel modo di leggere i libri.
A questo punto la domanda è: che cosa fare? In base alla mia lunga esperienza di informatica e di editoria posso dire che a medio termine il mercato sarà dominato dalle soluzioni più evolute. Soluzioni che oggi presentano un alto grado di complessità e un basso tasso di adozione. Ma un domani sarà vero il contrario: bassa complessità operativa per i professionisti e alto tasso di adozione tra il pubblico, tra nuovi devices e sw.
Nella pratica? Sono molti i fattori che ci riconducono al vecchio ePub2, anche se bisogna valutare caso per caso: il target di pubblico, quanto siano necessarie le funzioni avanzate dell’ePub 3 e soprattutto su quali store vogliamo vendere. Tutti fattori che dobbiamo considerare ancora prima di iniziare a produrre il libro, perché il formato finale determina l’impostazione iniziale.
L.F.