Meglio camerieri-giornalisti che giornalisti-camerieri

Quando il giornalismo manca la sua funzione di professionista al servizio dei lettori, del pubblico e della collettività… 

Quando i giornalisti “professionisti” si fanno servitori, l’informazione pulita resta in mano ai giornalisti dilettanti, quelli che scrivono per passione, pagandosi da vivere con un altro lavoro. Insomma: ai giornalisti-camerieri, chi non preferirebbe i camerieri-giornalisti?.
D’altra parte, si sa che il giornalismo italiano è nato come strumento di potere, e tutt’ora singole testate e gruppi editoriali fanno capo o sono controllate da grandi soggetti industriali o finanziari, ben disposti a ripianare ogni anno le perdite dei giornali che controllano.

L’idea mi è balenata in mente leggendo l’articolo di Giorgio Meletti (Il Fatto Quotidiano), su Fazio, l’ex governatore della Banca d’Italia.
Poco importa il soggetto, che in questa breve rassegna stampa è Fazio, appunto. Potrebbe essere un calciatore o un imprenditore. E’ lo stile che colpisce. Sono i toni di giornalismo agiografico, da “Istituto Luce” che i direttori chiedono o i giornalisti offrono al potente di turno, anche senza sollecito.

Scrive Meletti nel suo articolo che fino alla “calda” estate del 2005, quando è esploso lo scandalo delle scalate bancarie che l’ha costretto alle dimissioni, Fazio (nato ad Alvito, tra le montagne d’Abruzzo) era descritto come economista geniale, cattolico fervente, profondo studioso di San Tommaso d’Aquino, uomo sobrio ed equilibrato, ideale per la presidenza della Repubblica, o almeno come premier.
Lodi generiche? No, perle di giornalismo agiografico:

“Antonio Fazio non va a rifugiarsi a Montecarlo o a Cortina, ma torna dentro i suoi vicoli, nel paesino dov’è nato, dove s’innamorò, dove i banchieri olandesi e spagnoli non lo raggiungeranno mai e dove, appunto, a mezzogiorno, c’è già il profumo strepitoso dell’agnello alla brace (da cucinarsi semplicemente, come vuole la tradizione e come piace al governatore: con un ramo di rosmarino e due spicchi d’aglio)”.
Corriere della Sera, 29 marzo 2005.

“Nell’ascesa alla rocca, Fazio in maniche di camicia rimboccate, ha nettamente staccato Romiti e Geronzi. I tre, subito dopo, visibilmente soddisfatti per il colpo d’occhio panoramico del posto, si sono recati in tutta fretta a casa Fazio, ad Alvito. Ad attenderli un menu semplice con pasta fatta in casa, arrosti e buon vino: il tutto curato da un cerimoniere d’eccezione, la signora Fazio, Maria Cristina”.
Ansa, 11 marzo 2000.

“Vicino a noi sedeva un giovane sacerdote. La sua espressione tesa e partecipe nell’ascoltare, la sua febbre di capire, rafforzandosi così nella fede, erano il segno del successo dell’incontro di Roccasecca. Il governatore della Banca d’Italia, che più tardi avrebbe lasciato stupiti quanti andavano a festeggiarlo citando le sue più aggiornate letture sulla filosofia tomistica (non ultimo un recentissimo testo oxfordiano del Finnis), ha saputo fondere con profondità e sottigliezza l’analisi del pensiero dell’autore della “Somma Teologica”.

Corriere della Sera, 12 marzo 2000.

Link articolo.

A.c. Marika Lubiana

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