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Narrativa: guida (ironica) per scrivere un romanzo erotico
«Non sapevo ci fosse così tanta fame di sentimento e di passione. Ma mi sono dovuta ricredere: quando ne finivo uno (di romanzo), ne arrivava subito un altro. Un lavoro a getto continuo. Mi sono divertita come una matta»
Laura Pagliara, una delle più note scrittrici e traduttrici delle collezioni passion, con lo pseudonimo di Juliette Fields, si è raccontata ieri su FQ, con un ironico decalogo di scrittura per scrivere un romanzo erotico.
«Ho iniziato traducendo romanzi rosa con sfumature erotiche, si chiamano erotic romance. Gli Harmony, per intenderci. O i Romanzi Mondadori. Non sapevo ci fosse così tanta fame di sentimento e di passione. Ma mi sono dovuta ricredere: quando ne finivo uno, ne arrivava subito un altro. Un lavoro a getto continuo. (…) Mi sono divertita come una matta e spero di aver fatto divertire anche le lettrici¨.
Come scrivere un romanzo erotico
Dal decalogo della Pagliara, ormai non più in edicola, ho salvato questi suggerimenti, anche molto divertenti, sulla definizione dei personaggi e sull’intreccio, per scrivere un romanzo erotico.
Come dev’essere lui
Per scrivere un romanzo erotico “il protagonista è il classico maschio alfa. Bellissimo, ricchissimo, intelligentissimo, passionale, innamoratissimo, volitivo. Se una farfalla sbatte le ali in Amazzonia, lui ha un’erezione ciclopica in qualunque posto si trovi. Ha sempre un’erezione ciclopica. È inimmaginabile senza questo erotismo da scimmia dominante (con un’intelligenza da Einstein e sensibilità alla Chopin). Gli uomini reali sono molto diversi? Lo so. Gli uomini reali non reggono il confronto? Ma i libri li leggiamo noi donne”.
Come dev’essere lei
Per scrivere un romanzo erotico occorre “permettere alle lettrici di identificarsi, deve essere carina ma non bella. Intelligente ma non furba. Conturbante ma non assatanata. Ha piccole imperfezioni di cui si vergogna. Autostima non eccelsa. Ma bella di una bellezza che solo un uomo innamorato può scoprire, bella di una bellezza ignota anche a se stessa.
Ultima particolarità: deve essere una gran rompiscatole. Deve farsi problemi immaginari e abbandonare per sempre la possibilità di risolverli. Creato un problema lo chiude in una scatola e butta via la chiave.
Nelle sue mani la scoperta dell’acqua calda è come un viaggio in transiberiana. Se lui, che è il più fico di tutti, le dice «ti amo da morire, sei tutta la mia vita, voglio solo te, ti prego sposiamoci, questo anello da un milione di euro suggellerà il nostro amore». Lei pensa: «eccolo lì, il solito spaccone che decide tutto lui».”
Realtà, ma non troppa
Quanto realismo? Per scrivere un romanzo erotico “la realtà è un ingrediente come gli altri, non ha maggiore o minore peso del vestito indossato dalla protagonista. Certo un po’ di realtà serve, è bello che la città dove si svolge la vicenda abbia un nome reale, che l’impresa di proprietà del protagonista sia verosimile. Ma basta un sentore, niente deve essere impegnativo. Non bisogna mai rovinare una buona storia con la realtà. E tantomeno con la verità. Qui siamo dentro l’Ur-romanzo, il romanzo basico, forse il romanzo più vero. Non si deve scoprire nulla di nuovo, si deve volare in un sogno”.
E vissero felici e contenti?
Infine, per scrivere un romanzo erotico “è imperativo ostacolare in tutti i modi la felicità degli innamorati. Dovete essere sadiche e divertirvi a ingarbugliare loro la vita. La formula è insegui, afferra, lascia, soffri e finalmente ama. Più la complicazione è fittizia e meglio è. Basta che la protagonista pensi: quest’uomo è troppo ricco per me; oppure: ama quell’altra donna e non me (ovviamente si scoprirà che l’altra donna è la sorella dell’amato). Probabilmente anche nella vita è così, le complicazioni vere sono quelle immaginarie”.
Come scrivere un romanzo erotico in inglese
La Pagliara/Fields ha una lunga esperienza anche di traduzione di romanzi erotici, ed ecco il suo consiglio per scrivere un romanzo erotico in lingua inglese (più di 300 milioni di lettrici): ” L’inglese regge metafore ardite che l’italiano non regge. L’italiano in generale regge l’erotismo meno di altre lingue. (… ) Le regole dello storytelling anglosassone impongono di raccontare e non dire. Bisogna quindi fare vedere i sentimenti ai lettori. Non esiste che un personaggio sia triste: deve stare a letto, singhiozzante, con una mano sulla fronte. Ed ecco che vi arrivano quintalate di sospiri, ammiccamenti che sfiorano i tic nervosi e fronti che, a forza di corrugarsi, somigliano all’Himalaya.”
V. anche: La carica degli ebook erotici.