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Positioning: come fotografare gli intervistati
Una bella foto procura la pubblicazione anche di una brutta intervista. Una buona intervista vale il triplo se ha belle foto.
Se le foto sono strategiche, ecco come arrivare al risultato.
Non dovresti mai accompagnare un’intervista con delle foto banali o brutte, anche se il tuo soggetto è veramente banale e brutto/brutta.
Ci sono molti schemi per arrivare al risultato, anche con persone non fotogeniche e che si irrigidiscono di fronte alla fotocamera.
Anzi, proprio perché non hai davanti persone abituate ai fotografi, puoi ottenere tutta la collaborazione possibile per arrivare a delle foto originali, divertenti in ripresa e attraenti per il lettore.
Delle foto che diventano il driver della pubblicazione dell’intervista.
Per arrivare al gran risultato, non ti servono né attrezzature speciali né uno studio fotografico attrezzato, ma solo poche idee chiare e alcuni (super)modelli di riferimento.
La parte più difficile delle interviste è quella fotografica. Accade che appena si inizia, con la fotocamera puntata addosso, gli intervistati si irrigidiscano come animali sotto tiro e ricavare delle buone foto diventa un’impresa.
La soluzione migliore, ma anche la più costosa, è quella di farsi affiancare da un fotografo ritrattista, (o almeno un fotografo di matrimoni), che risolve questi problemi tutti i giorni. Ma per chi non può, ci sono due soluzioni.
Prima soluzione
Una opzione è di ridurre le ombre al minimo, poi mettere la fotocamera digitale a distanza e impostarla per autoscatti temporizzati, da 10 a 30, secondo il tempo totale previsto per l’intervista. Così l’intervistato se ne dimentica e forse, alla fine, si ricavano un paio di scatti buoni.
Quindi:
1) si inquadra la scena con larghi margini laterali,
2) si silenzia l’otturatore,
3) si crea una situazione di luce diffusa (spot contro il soffitto),
4) si temporizza l’autoscatto e si finge di nulla.
Questa soluzione è la più semplice, ma prima di abbandonare il campo, occorre per tempo controllare i risultati. Se, come probabile, le foto non aggiungono alcun valore all’articolo (o peggio), occorre passare alla seconda soluzione.
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Seconda soluzione
Fai tutto quello che vuoi, ma non mancare di fare prima di tutto delle sequenze di foto con queste regole, se vuoi avere delle garanzie di foto pubblicabili.
1° – Fotografa con una focale da 50 a 100 mm, per evitare distorsioni sgradevoli del volto,provocate da focali maggiori di 100 mm e minori di 50 mm.
2° – Fotografa il soggetto con la fotocamera all’altezza degli occhi.
2° – Utilizzare la regola dei terzi, con il soggetti sulle “linee di forza”, ti aiuterà a comporre l’immagine e creare interesse.
3°- Lascia spazio davanti al volto del soggetto e nella direzione dell’eventuale movimento.
4° – Isola il soggetto dallo sfondo: metti a fuoco solo il soggetto e sfoca gli sfondi, aprendo il diaframma su un valore medio-basso, come 2,8-4 (e lasciando che la fotocamera calcoli i tempi).
5° – Fai inclinare il volto del tuo soggetto verso il basso, per far aprire le palpebre ed ottenere degli occhi più grandi ed espressivi.
6° – Spingi il soggetto a svolgere delle attività semplicissime, meglio se caratteristiche della sua attività. Se non c’è modo, una soluzione è quella di seguire il soggetto lateralmente e a pochi metri (il modello si concentrerà più a camminare, sulla telecamera), poi chiedere ogni tanto di girarsi e di guardarvi ruotando più la tsta che il corpo. In questo modo generalmente si riesce ad ottenere una torsione delbusto spontanea e gradevole, anche con soggetti non abituati alle riprese. Una sequenza di questo tipo è un susseguirsi di richieste del tipo: «cammina, guarda avanti, ora girati un po’ e guarda me che sono dietro».
7° – Molti soggetti si trovano più a loro agio da seduti, magari parlando e con la tv accesa, comunque con qualche elemento di distrazione.
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Esempi
Fai delle riprese con il soggetto impegnato in un’attività. Cura gli abbinamenti di colore e scatta a ripetizione.
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In interni, fai che sia in una posizione inconsueta.
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Se il soggetto non è fotogenico, non metterlo in primo piano, ma fai in modo che sia in un ambiente rappresentativo della sua attività e dei contenuti dell’intervista.
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Modelli di originalità
Le foto originali sono quelle che contengono un elemento di sorpresa, che puoi ottenere con metodi fissi.
1) Capovolgi le regole, per esempio:
– fotografa il tuo soggetto non con un medio tele, ma con un grandangolo;
– non ad altezza del viso, ma e dall’alto o dal basso;
– non bloccare il movimento con un tempo alto, ma imponi un tempo basso per un effetto mosso.
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2) capovolgi le coordinate naturali, ma solo ruotando la fotocamera, per esempio:
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3) Crea abbinamenti bizzarri, abbinando elementi contrastanti.
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Gli schemi di posing per soggetti femminili
Un’altra possibilità è quella di utilizzare degli schemi prefissati. Eccone 6 molto facili, che puoi imparare a memoria e provare con soggetti femminili. Sono foto tratte da un catalogo e dimostrano il “mestiere” del fotografo, senza presunzioni artistiche o creative. Per questo sono schemi (posture) molto semplici per modelli non professionisti.
Immagina questi soggetti ambientati in un posto corrispondente alla loro attività: librerie, cucine, set cinematografici ecc. e il risultato sarà sicuramente oltre ogni tua aspettativa.
1) Foto in basso: asse testa, dorso e gambe angolate a “Z”.
Braccia a cuneo.
Volto leggermente ruotato.
2) Foto in basso: asse testa e dorso in asse e inclinati.
Braccia a cuneo, sulla seduta.
Volto leggermente ruotato.
3) Foto in basso: testa e dorso arcuati, in linea.
Braccia a cuneo.
4) Foto in basso: asse testa e dorso leggermente angolati, con gambe ad angolo.
Braccia in posizioni differenziate, su ginocchio e fianchi.
5) Foto in basso: testa e dorso leggermente arcuati.
Braccia a cuneo, simmetriche.
6) Foto in basso: testa e dorso leggermente arcuati.
Braccia: due diagonali parallele (la destra conduce al viso).
Queste sei posizioni sono facili da ricordare e facili da eseguire.
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A.R., C.T.