Riportiamo la Lettera aperta al Governo sull’editoria quotidiana, dal titolo “Salviamo i giornali e partiamo dalle edicole” pubblicata oggi su QN.
Caro sottosegretario Paolo Bonaiuti, nell’assemblea dell’editoria cooperativa, non profit e di partito, mercoledì scorso, abbiamo assistito alle consuete richieste di aiuti economici per evitare che cento testate giornalistiche cessino di esistere, accompagnando la nefasta previsione con i consueti spauracchi: 4.000 disoccupati e 400 mila copie perdute.
LEI, giustamente, ha fatto notare che la crisi non lascia scampo a nessuno, che bisogna attrezzarsi a seri risparmi e poi ha snocciolato, per quel settore, una serie di provvedimenti da concordare in 40-45 giorni. Ha anche accennato a una riforma della distribuzione. Questo, oggi, è il problema dei problemi del settore editoriale. Lei lo conosce bene, perché da anni sta studiando le modifiche necessarie. Gli strumenti sono stati individuati e ora si tratta di passare dalle parole ai fatti. I distributori dei giornali sono in difficoltà. Le rivendite ancora di più: non reggono ai costi crescenti e alle difficoltà diffusionali e abbassano le saracinesche. Anche il settore della distribuzione dei giornali, dunque, necessita di una robusta iniezione di liberismo, con la realizzazione di un sistema che inverta la tendenza in atto, ormai troppo logora e superata dai tempi e dalle necessità dei cittadini-lettori: il giornale deve essere portato ai lettori, ovunque essi siano, nei giorni feriali e in quelli festivi.
QUESTO SISTEMA rinnovato dovrà fare perno sempre sugli edicolanti, che sono i professionisti del settore, con nuove capacità imprenditoriali. Dovranno essere aiutati a rinnovare e modernizzare le loro strutture e a trovare nuovi sbocchi diffusionali, con denari recuperati dal finanziamenti ad organi di stampa sostanzialmente clandestini. I sindacati del settore stanno già positivamente ragionando anche su proposte del nostro Editore, avanzate da tempo dentro e fuori la Federazione degli editori.
Aproposito di bar, caro Sottosegretario, è arrivato il momento di tutelare maggiormente il copyright dei giornali, di tutelare la fatica imprenditoriale e intellettuale rappresentata dai quotidiani. Come è accaduto per gli abbonamenti delle tv a pagamento, differenziati nel prezzo se utilizzati in famiglia o in un pubblico esercizio con una pluralità di utenti, anche per i giornali a lettura plurima dovrebbe essere posto in essere un sistema distributivo che li tuteli.
Da ultimo, caro Sottosegretario, sempre in linea con i principi ispiratori del Suo governo e della Sua coalizione di maggioranza, è ora di ripensare la politica dei contributi alle testate giornalistiche gestite da cooperative che fanno impresa e concorrenza, specie in sede locale. Una concorrenza sleale, se consente. Quantomeno, come ha detto all’assemblea delle cooperative editoriali, i contributi dovranno essere commisurati ai giornalisti assunti (quanto abusivismo c’è in questo settore?) e alle copie realmente diffuse. Sarebbe già l’inizio di una liberalizzazione in questo campo, che sarà davvero libero quando tutti potranno misurarsi ad armi pari, soprattutto rischiando del loro e non il denaro di tutti. Senza evocare, ora, i privilegi di casta. Ecco, caro Sottosegretario, adesso facciamo sul serio. E in fretta.
Quotidiano Nazionale (IL GIORNO, il Resto del Carlino, LA NAZIONE e i suoi 2.415.000 lettori quotidiani)
Pubblicazione integrale dell’articolo in prima pagina, 30 settembre 2011.
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