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Storia e analisi del linguaggio politico dominante

Venezia – Esce oggi “L’Italia degli irrottamabili”, scritto da Giuliano Ramazzina, giornalista già vice caporedattore a Il Resto del Carlino e oggi collaboratore dello stesso gruppo editoriale.

Ramazzina propone un’analisi, tra passato e presente, di un modo di fare politica “circolare” nato come marchio di una corrente della Democrazia Cristiana e diventato, con la Prima e la Seconda Repubblica, una deriva amorale cavalcata, in modo trasversale ai partiti, da affaristi e faccendieri. Sono quindi i dorotei, di ieri e di oggi, a dominare la scena politica, spiega Ramazzina.

L’Italia degli irrottamabili traccia gli aspetti essenziali del politico doroteo, con riferimenti concreti alla storia e allo sviluppo del fenomeno: nato nel 1959 nel convento di Santa Dorotea in Roma, la corrente della DC nel corso degli anni ha dato vita, come racconta l’autore,  a un nuovo uomo politico, che sta tra la gente promettendo benessere e favori, che privilegia gli affari e stringe alleanze e amicizie con gli imprenditori. E ancora, un uomo dalle spiccate doti direttive e organizzative, da sfruttare nella gestione del partito politico come se fosse un’azienda da dirigere, e i sostenitori del partito i clienti dell’azienda stessa. Quindi, una sorta di imprenditore-politico: il tutto a cavallo tra onestà e disonestà.

«Impossibile fare il doroteo senza parlare doroteo»: le sue azioni, spiega Ramazzina, sono sempre accompagnate da un preciso vocabolario, un linguaggio collaudato nella pratica e finalizzato a raggiungere i propri scopi. Nel caso del partito, i consensi e la vittoria alle elezioni. Ma senza trascurare gli obiettivi personali.
Link:
libroL’Italia degli irrottamabili, Muoia Sansone ma non i dorotei – Giuliano Ramazzina, Marcianum Press (Venezia).
recensione: L’homo doroteo? Nonostante Grillo è ancora vivo e lotta in mezzo a noi (Pdf, Resto del carlino) 
fonte: AgenParl – Agenzia Parlamentare.

 

L.D.

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