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Il giornalismo più indipendente? Quello dei blog

Febbraio 2010

Blogger e giornali si stano rapidamente unendo per tirar fuori ognuno il meglio dell’altro

Secondo Arianna Huffington, la famosa blogger americana, blogger e giornali si stano rapidamente unendo per tirar fuori ognuno il meglio dell’altro. I giornalisti tradizionali stanno bloggando, mentre i blogger stanno guadagnando credibilità e statura nei media tradizionali, ha detto a Reuters la Huffington, in un’intervista in previsione dell’uscita del suo manuale sul blogging  “The Huffington post complete guide to blogging”.
La guida al blogging pubblicata da Simon & Schuster fornisce consigli su come partire e scrivere così come sui punti di vista personali della Huffington, che ha creato uno dei siti web più influenti guadagnando visibilità durante la campagna elettorale 2008 per la Casa Bianca.

“C’è una vera convergenza, in cui le cose migliori e più accurate raggiungono il vertice, che siano prodotte dalla rivista Time o dal sito 538.com, che prima delle elezioni non esisteva”, dice. Il sito 538.com raccoglie ed esamina dati politici e sondaggi.
“Questa convergenza è destinata a crescere, come abbiamo visto in questo periodo elettorale, nel giro di due e quattro anni da oggi. Dovranno dividersi il potere”, aggiunge.

[…] “Il blogging è stata la più grande svolta nel giornalismo popolare dai tempi di Tom Paine”, ha scritto la Huffington nell’introduzione. Il pamphlet di Paine del 1776 “Common Sense” fu straordinariamente utile alla causa dell’indipendenza americana.

“La grande maggioranza dei giornalisti tradizionali vanno nella direzione in cui li indirizza l’incarico assegnato. Di contro, i blogger dispongono di un’arma molto più efficace di un accredito per entrare alla Casa Bianca: la passione”.

[…] La Huffington ha scritto di aver trovato “profondamente liberatorio trovare un posto in cui si celebra il pensiero casuale”.

Ma cosa più importante, ha detto, “il blogging consente a chiunque non abbia accesso a Reuters o la rivista Time di avere voce e questo è davvero significativo. I nuovi media continueranno a permettere alle persone che altrimenti non avrebbero voce di averla e questo non è qualcosa che scomparirà”.

Da Ellen Wulfhorst (Reuters) – Ven 28/11/2008

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