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Videomaker: guadagnare con YouTube
- Settembre 2014
- Pubblicato da: FirstMaster Magazine
- Categoria: Guadagni e carriere Video
«YouTubers, cioè milionari», questo è il titolo di un servizio dell’Espresso sul fenomeno di giovani “che si riprendono con una videocamera. Poi caricano i loro video su Internet. E guadagnano (tanto) con la pubblicità”.
Scrive Marco Consoli: “Felix Kjellberg, conosciuto su YouTube come PewDiePie, ha 29 milioni di iscritti al suo canale video. Tanti quanti gli spettatori della finale dei mondiali del 2006, l’evento tivù più visto negli ultimi dieci anni in Italia. Un successo tale da far apparire il 24enne svedese sulle pagine del quotidiano americano “Wall StreetJournal”, che stima i suoi guadagni in 4 milioni di dollari all’anno.
Kjellberg, che nei suoi video sperimenta e racconta ai suoi seguaci come funzionano i nuovi videogiochi, è la punta dell’iceberg del fenomeno degli YouTubers, come vengono chiamati in gergo i giovani e giovanissimi che si riprendono con una telecamera, montano un filmato e lo caricano online per catturare l’attenzione degli spettatori.
Il 55% dei ricavi pubblicitari di YouTube va al videomaker
YouTube trattiene il 45% dei ricavi, mentre il 55 va all’autore della clip. È possibile stabilire soltanto una stima di guadagno lordo minimo e massimo, che va da 1 a 15 dollari ogni mille visualizzazioni della pubblicità collegata al video originale.
Per gli utenti con più audience il mercato è ghiotto: nel 2013 la raccolta globale di YouTube ha generato secondo eMarketer.com 5,6 miliardi di dollari, il 51 per cento in più rispetto al 2012. E gli YouTubers in grado di fare guadagni a sei cifre sono ormai migliaia.
Stati Uniti ed Europa, dove il fenomeno è esploso prima, dominano il mercato, ma anche l’Italia ormai ha le sue star. Non c’è solo Marzia Bisognin, 22 anni di Vicenza, che seguendo Kjellberg in Svezia per amore, ha aperto un canale in lingua inglese sui propri hobby e oggi, col nome CutiePie Marzia vanta 4 milioni di iscritti.
Tra le celebrità c’è anche Francesco “Frank” Matano, 24 anni di Santa Maria Capua Vetere, che nel 2007 ha iniziato a pubblicare video di scherzi telefonici, fingendo di essere un bambino o una badante russa, ha sfondato con la sua comicità, e ora conta 932 mila iscritti. O ancora il romano Gugliemo Scilla, 26 anni, in arte Willwoosh, che dal 2008 si è costruito un pubblico di 602mila persone con show comici sempre più sofisticati in cui recita tutti i ruoli.
Col passare del tempo si sono differenziati anche i generi: oltre all’intrattenimento e alle video-parodie, che ad esempio rendono celebri il duo iPantellas ( 622mila iscritti), Francesco Sole (252mila) e altri, ecco la categoria del “fai da te”, con le ricette culinarie di GialloZafferano (139 mila), canale della 37enne Sonia Peronaci, o il make-up di Clio Zanunatteo, 31enne di Belluno che su ClioMakeUp spiega come applicare fard e mascara ai suoi 698mila spettatori.
Un argomento molto cliccato di recente è quello dei videogame, come dimostra l’ascesa di Lorenzo Ostuni, 19 anni di Borgaro Torinese. Col suo nome d’arte FaviJ e i suoi 981mila iscritti, nel mese di giugno è stato inserito dal sito specializzato Tubefilter.com al 36° posto nella classifica dei 100 YouTuber più influenti al mondo, con 32 milioni di visualizzazioni al mese e un tasso di crescita del4 7 per cento (la graduatoria è dominata da PewDiePie con 351 milioni).
La celebrità acquisita può essere spesa fuori dai confini di Internet: Frank Matano è finito nel cast de “Le Iene” in tivù e poi a girare commedie per il cinema, come Willwoosh, che ha lavorato anche in radio e pubblicato un libro, mentre Sonia Peronaci ha avuto il suo programma e i suoi spot in televisione, e Clio Zammatteo si è divisa tra schermo ed editoria.
Per gestire questi talenti sono nate le prime agenzie e i cosiddetti “multi channel network”, come vengono chiamati i produttori di più canali, destinati sempre alla piattaforma video. A dare un’idea del business può bastare la recente acquisizione da parte di Disney del network Maker Studios (380 milioni di iscritti, 5,5 miliardi di visualizzazioni al mese), per una cifra di 500 milioni di dollari più bonus di 450 ad obiettivi raggiunti.
«Cerchiamo talenti sul web, come utenti Facebook con un vasto seguito, e tentiamo di trasferire il loro successo su YouTube», spiega Giovanna Avino, responsabile italiana di Divimove, uno dei maggiori network europei, «oppure mettiamo a disposizione dei nostri YouTubers studi televisivi con attrezzature professionali».
È quanto fa la stessa YouTube, che ha già aperto studi di produzione a Los Angeles, New York, Londra e Tokyo, perché video dalla confezione più professionale attirano più spettatori. «Infatti quando le clip diventano virali, vengono spinte da Google in cima ai risultati di ricerca, generando sempre più clic e ricavi pubblicitari», spiega Avino.
«Cerchiamo tutto il giorno i talenti di domani», racconta Luca Casadei, che con l’agenzia Web Stars Channel gestisce tra gli altri Fancazzisti Anonimi (347 mila utenti) e Leonardo Decarli (271 mila). «Poi iniziamo a farli emergere, ad esempio con comparsate insieme a colleghi già noti. Oggi puntiamo su 13 artisti, ma ne stiamo coltivando più 100 in attesa che esplodano», dice Casadei. «È impossibile costruire un artista da zero», avverte il conduttore televisivo e rapper Francesco Facchinetti, che con NewCo Management gestisce Matano e Sole, «perché è la rete a decidere se funziona o meno. Però una volta individuato un talento possiamo aiutarlo a consolidare il numero di visualizzazioni, anche se non si possono scrivere i testi di uno YouTuber, perché il segreto è la spontaneità ». «Nessuno potrebbe montare i miei video, conoscere i miei tempi cornici», gli fa eco FaviJ, «e se i fan si accorgono che non sei genuino il rischio è perder li tutti».
Ma quanti ragazzi ne hanno fatto davvero un lavoro? «L’Italia è il terzo mercato dopo Inghilterra e Francia», spiega Pacchinetti, «e quelli che guadagnano da 2-3mila euro a 20-30mila euro al mese non sono più di cinque o sei».
«Per trasformare un hobby in lavoro passano anni e bisogna raggiungere almeno 450mila iscritti», conferma Avino. Quello che però non si dice è che oltre alla pubblicità di YouTube, ce ne può essere una più o meno occulta, quando lo YouTuber accetta di mostrare un prodotto in video, farne una recensione o girare una telepromozione. «Il confine è molto labile», commenta Facchinetti, «ma le aziende hanno capito che si vende di più se un videogame appare in un video di PewDiePie che in uno spot durante la finale del Super Bowl»“.
Favij, lo YouTuber italiano più famoso
Di Favij ne parla Rosario Grasso, su Gamemag.it, che lo presenta con questi numeri: 1,1 milioni di iscritti al suo canale, in rapida crescita, e più di 220 milioni di visualizzazioni sugli oltre 400 video sui game che Lorenzo Ostuni ha realizzato in poco più di un anno. Numeri esorbitanti, che rendono questo ragazzo di 19 anni una stella di Internet.
“Lorenzo non fa un lavoro superficiale come altri noti YouTuber. I suoi video vantano un montaggio pressoché professionale e sono accompagnati costantemente dalla musica, elementi che esaltano i migliori momenti delle sessioni di gioco o le emozioni che gli stessi videogiochi riescono a produrre.
«Lorenzo ha una particolarità che pochissimi altri hanno, pubblica un video al giorno e questo richiede sacrificio perché dedica quotidianamente 5 ore di tempo per girarli e montarli», ci ha detto Luca Casadei, fondatore di Web Stars Channel, una società che si occupa di management delle stars del web, e che è manager dello stesso Favij. «Così facendo, tutti i suoi fans ogni giorno trovano un contenuto diverso ed il suo pubblico cresce in modo esponenziale». Lorenzo, che fino a giugno scorso andava a scuola e che ha 19 anni, oggi fa una vita paragonabile a quella delle star della TV, per intenderci. C’è ancora qualcuno che dubita del potere del web e di YouTube?“.
Recensioni a cura di Agata M. Crespi & FM
Testi tratti da:
– “YouTubers, cioè milionari”, di Marco Consoli, Espresso n. 33, (21/8/14).
– “Favij: lo YouTuber italiano più famoso è un gamer” di Rosario Grasso, su Gamemag.it (4/9/14).