La storia americana ci insegna che l’informazione libera può battere l’intreccio tra politica e corruzione e qualcosa di significativo è avvenuto ieri in Italia. Infatti…
Scrive Peter Gomez sul Fatto.it: «nel 1800 e fino ai primi anni del ’900 gli Stati Uniti erano un paese estremamente corrotto. Le devianze criminali nel ceto politico erano la regola. Poi, a poco a poco, le cose mutarono. Da una parte vi fu uno sforzo legislativo per combattere i reati contro la pubblica amministrazione. Dall’altra, la stampa libera riuscì a cambiare la percezione dei cittadini rispetto a questo tipo di comportamenti e, nei fatti, rese molto gravose le conseguenze politiche per chi veniva coinvolto negli scandali. […]
Ecco, nella giusta decisione del Partito Democratico di escludere dalle liste tre impresentabili (più altri due che hanno ritirato la loro candidatura) è facile scorgere l’eco, o per meglio dire l’embrione, di quanto accadde più di un secolo fa in America.
Un risultato che Gomez rivendica al suo giornale, perché «il Fatto Quotidiano ha raccontato con dovizia di particolari le vicende e le inchieste (anche archiviate)» che riguardavano alcuni canditati del PD.
Così «altri giornali concorrenti, dopo giorni e giorni di silenzio, si sono decisi a riprendere il tema. L’opinione pubblica, come dimostra la raccolta firme ideata da Franca Rame, si è mobilitata. E alla fine il partito di Pierluigi Bersani ha preso posizione» cancellando dalle liste candidati discutibili, anche se in grado di procurare al partito migliaia di voti.
Insomma, un effetto a catena, dal Fatto a Repubblica e Corriere, e dalla stampa alla politica, in pochi giorni.
Leggi tutto: “Impresentabili Pd, vincono cittadini e informazione libera“, di Peter Gomez, Fatto Quotidiano, 18 gennaio 2013
Link utili
– Corruption Perceptions Index 2012;
– Democracy index;
– Press freedom index 2011-2012;
– Il Fatto Quotidiano – Wikipedia;
– Peter Gomez – Wikipedia.
A.c. Costantino Peras e staff