Parliamo di editing, il requisito finale indispensabile per la pubblicazione di articoli e comunicati stampa.
Un’attenta revisione del tuo articolo o del tuo comunicato stampa non è più demandabile alla redazione che lo pubblicherà. Non è più pensabile che un redattore impieghi il proprio tempo a fare editing sul tuo articolo.
In pratica, un buon articolo, con una notizia interessante, viene cestinato se contiene errori che richiederebbero tempo e lavoro da parte della redazione.
Non solo. Alcuni errori sono un indice di approssimazione e dilettantismo, quindi ti presentano nel modo peggiore e tolgono la voglia di leggere fino in fondo l’articolo di cui proponi la pubblicazione.
L’editing prima della pubblicazione
Quando finalmente pensi di avere la versione finale del tuo articolo, è il momento di fare alcuni controlli finali. Almeno tre. Eccoli.
1) Lunghezza e complessità delle frasi
Cerca di contenere la lunghezza delle frasi allo stretto necessario.
Quanto più una frase è lunga, tanto più è complicata da capire.
Una buona media è intorno alle 25 parole. Evita di superare le 40.
Scrivi frasi brevi che contengano una sola informazione ha il vantaggio di limitare le subordinate.
Per rendere più breve e quindi più comprensibile una frase troppo lunga devi:
a) eliminare le parole superflue, a cominciare dagli aggettivi,
b) eliminare i giri di parole (“sviluppare” invece di “promuovere lo sviluppo”)
c) suddividere in due o più parti le frasi troppo lunghe.
2) Connessione logica delle frasi e dei paragrafi
Può succedere a tutti, anche ai più esperti, di sviluppare un discorso con qualche collegamento inafferrabile ai lettori.
Questo è uno dei difetti più insidiosi per articoli d’opinione. Chi scrive spesso non si rende conto che le connessioni logiche o gli elementi causali dei fatti che racconta sono evidenti solo per lui, che è l’autore. Al lettore, invece, sembra che nel testo si sia perso qualche passaggio, come succede nel taglia-incolla.
E’ un incidente che può accadere anche a te e se ti accade è perché chi legge ha bisogno di una concatenazione di fatti integra per capirli, la prima volta. Tu no, perché la conoscenza che hai degli stessi fatti copre i difetti narrativi. Tu, come autore, sai perfettamente chi fa cosa e perché. Per te il discorso fila bene anche se sbagli o se salti un soggetto, un pronome, una coniugazione.
Un caso di scuola analizzato nel master di giornalismo FirstMaster è un articolo pubblicato su Repubblica a piena pagina, con richiamo in prima, quindi con la massima evidenza: Missione Teheran: così la Cia beffò gli ayatollah, del pur noto e bravo Bernardo Valli. Si tratta della semplice recensione di un film, con un testo che è comprensibile per l’autore, ma incomprensibile per chi non abbia già visto il film (alcuni milioni di italiani).
3) La digitazione
Un’altra serie di difetti si riferiscono alla digitazione errata: segni di maggiore e minore, invece dei caporali (<< e >> invece di « e »). Oppure segni di pausa prima della virgola e dopo un apostrofo o una perentesi. Con le conseguenze che si vedono in foto e che non hanno bisogno di commenti.
Testo e foto tratti dal Master online di Giornalismo FirstMaster.