Il Corriere della Sera si appresta ad avviare il proprio paywall entro l’anno, seguito da Repubblica.
Il Corriere della Sera si appresta ad avviare il proprio paywall entro l’anno. Inizialmente, ogni utente potrà leggere gratis solo 20 articoli, poi a pagamento, sull’esempio del New York Times che, partito da 20 articoli, ora offre 10 articoli gratuiti al mese.
Anche Repubblica.it è pronta da mesi al suo paywall, ma attende che il Corriere parta, per non perdere lettori (in questo caso sono avvantaggiati i secondi).
E’ prevedibile che dopo i due maggiori quotidiani, seguiranno anche gli altri, visto che il software è pronto da anni, e in breve tempo i lettori si abitueranno alla lettura a pagamento, così come è stato per i film in tv.
Che i tempi siano maturi per questo cambio di mentalità si è visto durante la conferenza annuale dell’inglese Society of editors, appena conclusa a Londra, dove Martin Sorrell, Ceo della Wpp il maggior gruppo al mondo nel settore (gestisce pubblicità per 67 miliardi), ha dichiarato: «personalmente, penso che i paywall siano la strada da seguire. Se hai contenuti di valore, i lettori pagheranno. I giornali non possono vivere di sola pubblicità».
Corriere e Repubblica non sono i primi quotidiani a far pagare online i singoli articoli, da circa 10 anni Milano Finanza e Italia Oggi utilizzano un sistema misto, di abbonamenti carta e/o web più letture singole, mentre tutti gli altri chiacchierano.
Morale? Come ha detto Sorrell, se le informazioni hanno un valore per il lettore, farle pagare un centesimo o due non sarà un problema.
Roberto Daverio