Lavorare, poco. Divertirsi, tanto. Guadagnare, quanto basta. Ecco i microstock, per vendere foto con piacere.
Tra conversione al digitale e Internet, in questi ultimi vent’anni c’è stata una generale riduzione dei costi dei prodotti artistici e culturali, sia per chi produce che per chi compra. Questo fenomeno irreversibile ha coinvolto anche la fotografia, con lo sviluppo esplosivo di e-commerce di immagini, per uso editoriale: i microstock.
L’idea innovativa dei microstock è stata quella di mettere a disposizione di chiunque, anche di clienti saltuari e di minimo valore, enormi banche di immagini ben catalogate, gestite da una serie di automatismi che consentivano già inizialmente una riduzione dei prezzi da 10 a 100 volte, rispetto le quotazioni correnti. A sua volta, questa riduzione ha innescato un circolo virtuoso di sviluppo del mercato, con nuove le economie di scala, nuove riduzioni dei prezzi e di conseguenza nuovi incrementi del mercato.
I microstock, oggi
I microstock sono dei siti di e-commerce che trattano solo foto e video, a prezzi estremamente convenienti.
I fotografi abilitati mettono in vendita migliaia di foto nuove ogni giorno, mantenendone la proprietà, così come ogni giorno migliaia di clienti comprano foto, a prezzi che variano da pochi centesimi a 50-100 dollari, principalmente secondo la risoluzione.
In caso di vendita, al fotografo spetta una percentuale della vendita, che può andare mediamente dal 30 al 70%, secondo una serie di parametri contrattualizzati.
Tutto avviene tramite Internet, secondo procedure standardizzate.
Oggi il mercato dei microstock dovrebbe aver superato i 400 milioni di download (acquisti) al mese. E’ un mercato enorme e c’è spazio per tutti, anche per i non professionisti, se si applicano con serietà.
I principali requisiti per inserirsi nel mercato dei microstock sono solo questi.
- Foto senza da difetti tecnici.
Non si accettano foto con difetti d’esposizione, mosse (se non creative), sfocate, sgranate (con rumore digitale). - Foto senza ritocchi al PC.
Non sono ammessi artifici digitali, se non in chiave creativa. - Foto senza vincoli di copyright
Le foto devono essere libere da copyright, o nel senso che non occorre perché non ci sono situazioni critiche (secondo le indicazioni dell’agenzia) o perché hanno dato il loro assenso scritto (modelli, modelle, passanti ecc.).
Come si vede, non si parla di soggetti obbligati, perché nessun tema e nessun soggetto è escluso (tranne la pornografia, ma non il sexy).
Inoltre, sono requisiti che non implicano l’investimento in apparecchiature costose, come fotocamere da mille euro e più.
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Un caso di successo
Fin dove si può arrivare? Un professionista noto nel settore, Yuri Arcurs, danese, ha scoperto il mondo del microstock durante gli studi universitari in psicologia. Con la prima digitale, una modesta Canon G7, ha scattato e venduto le prime 100 foto. Oggi ha un’impresa con 80 addetti, partners e filiali nel mondo. Nel 2011 ha venduto più di 2 milioni di immagini e nel 2012 ha venduto foto alla media di 450 l’ora (fonte: Wikipedia).
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Vedi anche
Da dove iniziare? Dove guardare?
Tra i tanti microstock, conviene iniziare da questi, per rendersi conto delle condizioni offerte ai fotografi, dai requisiti tecnici alle percentuali girate agli autori.
– Shutterstock
– iStock – Getty Image
– Fotolia – Adobe
– Dreamstime
– 123RF
– Depositphotos
– Bigstockphoto
– Canstockphoto
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Quanto si può guadagnare?
La domanda può sembrare ingenua, per i tanti fattori che intervengono nelle realizzazione dei compensi. Eppure un’idea è possibile.
Abbiamo visto che un big del settore è milionario, ma è la punta di una piramide. Invece, cercando in rete abbiamo trovato tra i tantissimi report economici quelli di un semiprofessionista, Glen Nagel, uno che fotografa per passione, part-time, ma con impegno (per giudicare le sue foto, basta cercare sui suoi microstock).
Sul suo sito ci sono i dati aggiornati, ma quello che riportiamo sotto è il più interessante, perché mostra l’avviamento della sua attività.
Da notare la progressione dei ricavi: 123, 2.800, 3.800, 7.000 dollari.
Da notare anche la il numero di fotografie in vendita, poche: solo 1.900 in 4 anni.
Da notare, infine, come le grandi cifre si facciano con il cumulo degli “spiccioli”. Come dire che in quiesto ambito rende più la modestia che l’ambizione.
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L’automazione dell’automazione
S’è detto che i microstock hanno automatizzato quello che una volta era un servizio d’agenzia tutto manuale. Bene, è possibile automatizzarlo ulteriormente con un paio di software utilissimi: Microsoft Flow e Microstokr Pro.
Microsoft Flow
Microsoft Flow automatizza l’invio delle foto ai vari microstock, abbattendo i tempi di trasferimento.
Microstokr Pro
Microstokr Pro raccoglie automaticamente una serie di dati dai siti di vendita delle foto e mostra:
– l’importo e il numero di download complessivi, agenzia per agenzia;
– l’importo e il numero di download delle immagini vendute, raggruppate per le immagini uguali, con evidenziazione delle best seller.
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Consigli generali
- Originalità
Prima di impostare una sessione di riprese, sarà meglio vedere quello che è già in vendita e differenziarsi. La differenziazione può passsare da una diversa disposizione delle luci, da un angolo di ripresa suggerito da un esperto, da un abbinamento originale, da una risoluzione più elevata della concorrenza, ecc. - Continuità
Occorre fotografare con continuità, perché i microstock preferiscono fotografi produttivi e ne premiano l’attività incrementando per percentuali.
Inoltre, i guadagni dipendono dalla quantità di foto messe in vendita e dal loro cumularsi negli anni. Dato che ogni foto può essere venduta centinaia di volte nel tempo, il gran guadagno deriva dal sovrapporsi delle piccole vendite più che dalla vendita eccezionale.
Antonello Ruggieri & staff FirstMaster