FM/Mag
Crowdfunding: 5 regole per raccogliere finanziamenti
Anche in Italia il crowdfunding è diventato un’alternativa importante per la nascita e per lo sviluppo di iniziative editoriali e giornalistiche.
[Tutorial tratto dal manuale “Web publishing. Il sito web come impresa editoriale”]
Ci sono tanti nuovi modi per finanziare un progetto editoriale, in tutto o in parte, senza indebitarsi con le banche, ma valorizzando il progetto. E grazie a Internet non occorre neanche uscire di casa. L’elemento comune di queste soluzioni è l’assenza di rischio in proprio, ma solo il requisito di correttezza amministrativa e gestionale, verso finanziatori e sostenitori.
Dal punto di vista editoriale ci sono tre tipologie interessanti di crowdfunding:
1) donation-based: lo schema è quello della donazione a fondo perduto, che si può innescare quando un progetto ha delle valenze sociali, culturali, artistiche o politiche che il pubblico può approvare e quindi voler sostenere economicamente con una modesta donazione;
2) reward-based: in questo caso il finanziamento scatta anche (o solo), a fronte di un beneficio concreto, materiale o immateriale;
3) equity-based: in quest’ultimo caso si tratta di una partecipazione finanziaria vera e propria, quindi il progetto deve essere particolarmente promettente in termini finanziari.
.
Reward-based
Il reward-based crowdfunding è quel tipo di finanziamento nel quale chi finanzia il progetto riceve in cambio un premio o una ricompensa.
a) Reward-based con regalo o benefit.
Il primo tipo è quello del regalo o del riconoscimento: il proponente offre ai finanziatori una menzione, un piccolo regalo di modico valore o uno sconto, purché non sia una controprestazione (nel sistema di civil law) o una consideration (nel sistema di common law), poiché non snatura la natura liberale del finanziamento (v. art. 793 Codice Civile).
La ricompensa è un onere che grava sul beneficiario ed il cui eventuale inadempimento potrebbe avere l’effetto della revoca della donazione. Dunque è necessario che chi propone un incentivo di questo tipo accantoni sufficienti risorse per eseguire quanto promesso o lasci disponibile tutto quanto raccolto, per l’eventuale restituzione.
b) Reward-based con pre-ordine.
Il secondo tipo di reward-based crowdfunding è quello che prevede la possibilità di prenotare un bene (libro) o servizio (abbonamento) non ancora prodotto, versando anticipatamente o promettendo di versare il prezzo (a volte scontato).
Inchieste giornalistiche, video e librarie si finanziano spesso in questa forma.
Un caso famoso è quello del quotidiano olandese De Correspondent, che sulla sola promessa di un giornalismo online di qualità, indipendente e senza pubblicità, ha raccolto 17.437 futuri lettori, che hanno sottoscritto l’abbonamento annuale di 60 euro, per un totale di 1.300.000 euro, in meno di due settimane.
Dal punto di vista legale, si tratta a tutti gli effetti di una compravendita, con la particolarità che risulta evidente a tutti i soggetti coinvolti che il bene/servizio non è ancora esistente e che l’acquisto verrà perfezionato soltanto se si raggiungono gli importi necessari per andare in produzione.
Le piattaforme che gestiscono la raccolta la versano al proponente solo dopo il raggiungimento dell’obiettivo finanziario dichiarato in partenza, in base al business plan. Se invece il pagamento viene soltanto prenotato (tramite carta di credito) è possibile posticiparne la effettiva esecuzione al raggiungimento dell’importo complessivo stabilito.
c) Reward-based con associazione in partecipazione (Revenue Sharing).
Il terzo tipo consiste in un’associazione in partecipazione (v. artt. 2549 ss. codice civile). Si tratta di un’associazione agli utili e alle perdite, nei limiti del conferimento effettuato dall’investitore, che prevede l’associazione di un numero aperto ed indeterminato di investitori. L’associato in partecipazione non ha i diritti del socio, ma ha poteri di controllo che devono essere definiti contrattualmente e che in genere si limitano all’analisi del rendiconto.
.
Equity-based
Quando l’investimento on-line conferisce un vero e proprio titolo di partecipazione in una società si parla di equity-based crowdfunding. In tal caso, la “ricompensa” per il finanziamento è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione nell’impresa.
L’Italia è il primo Paese in Europa ad essersi dotato di una normativa specifica e organica relativa al solo equity crowdfunding e la Consob, attraverso il regolamento n. 18592/2013, ha disciplinato alcuni specifici aspetti del fenomeno con l’obiettivo di creare fiducia negli investitori e una netta semplificazione quando non si supera una soglia di 500 euro per singolo ordine e 1.000 euro per ordini complessivi annuali, per gli investimenti delle persone fisiche. Oppure 5.000 euro per singolo ordine e 10.000 euro per ordini complessivi annuali, quando ad investire sono persone giuridiche.
.
Le regole per raccogliere finanziamenti
Sulla base di un’analisi statistica su 100.000 campagne, pubblicata da Indiegogo, sono emerse queste indicazioni.
- Le campagne di 30 giorni funzionano meglio – Una scadenza molto più lunga smobilita. Una troppo breve non consente di maturare tutto l’advertising possibile. Infatti, bisogna essere in grado di costruire interesse e coinvolgere il pubblico. Se si verifica che 30 giorni non sono sufficienti, e manca poco al traguardo, è possibile estendere la campagna, invece che chiudere e perdere tutto. Ma se il target è distante, conviene riprogettare l’offerta e riconsiderare la piattaforma. .
- Tenere aggiornata la pagina della campagna – Uno dei suggerimenti è quello di mantenere aggiornata la pagina della campagna dopo il lancio. Indipendentemente dal tipo di progetto che si sta promuovendo, è fondamentale mantenere i sostenitori informati su qualsiasi progresso fatto, che si tratti di aver raggiunto il 30% dell’obiettivo, di aver ottenuto una menzione dalla stampa o di aver aggiunto nuovi tipi di reward. Gli aggiornamenti per la campagna vengono inviati via email a tutti coloro che contribuiscono e, quindi, sono il modo più diretto per entrare in contatto con loro dopo il lancio. In media, le campagne di successo inviano almeno 4 aggiornamenti. Avere una pagina della campagna aggiornata è il modo migliore per comunicare con i propri backer, informandoli di qualcosa di nuovo o emozionante e facendoli sentire coinvolti nella campagna per tutto il processo. Alcune idee: pubblicare il profilo di alcuni membri del team, descrivere ai fan un “dietro le quinte” di quello che state facendo o condividere le “milestones” della campagna. .
- Partire forte, finire forte – Una tendenza importante emersa analizzando le 100.000 campagne (e non solo quelle che hanno raggiunto l’obiettivo) è che il 42% dei fondi sono raccolti nei primi e negli ultimi 3 giorni della campagna. E’ dunque un dato di fatto che si dovrebbe prendere in considerazione quando si pianifica la strategia di marketing di una campagna di crowdfunding: essere pronti a iniziare forte al momento del lancio, pianificare un recall a metà campagna per mantenere lo slancio e aumentare l’esposizione e, infine, aumentare gli sforzi alla fine della campagna. .
- Lavorare con un team – Si è visto che i proponenti che lavorano in team raccolgono 3 volte più di coloro che scelgono di lavorare da soli. Un team di più persone consente di frazionare il lavoro e alleggerire il carico. Un team numeroso consente anche di moltiplicare il network di riferimento, combinando i network di ciascun membro del team. Inoltre, persone diverse hanno punti di vista e idee diverse, cosicché lavorare in team aiuta a sviluppare ulteriormente l’idea e a renderla la migliore possibile. .
- Includere un video – Le campagne con video raccolgono 4 volte di più rispetto a quelle senza. Con un video è possibile informare bene i potenziali backer sulle caratteristiche del vostro prodotto, film o concept. Tenere aggiornata la community con i video è anche un ottimo modo per continuare a interessarli dopo il lancio. Infine, caricare il video direttamente su Facebook aiuterà a raggiungere più persone in modo organico e ad aumentare la visibilità della campagna. .
Infine, la piattaforma. Scegliere una piattaforma globale, anche se generalista (come Indiegogo che raggiunge 224 Paesi in tutto il mondo), può fare la differenza. Non importa dove si è basati, se il progetto si presta a raggiungere persone sconosciute dovunque. I 5 paesi che hanno contribuito di più per le 100k campagne analizzate sono stati: Usa, Canada, UK, Australia e, a sorpresa, Germania.
G.P.