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Giornali online? «Si può fare»

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Giornali online? «Si può fare» dichiara Paolo Madron, giornalista ed oggi anche editore di Lettera43, e si dice convinto che anche in Italia ci siano le condizioni per insidiare le versioni Internet delle maggiori testate, Corriere e Repubblica, con una informazione indipendente.

Intervistato da Carlo Riva per Prima Comunicazione, ha detto che Internet è un’occasione è lo dimostra il fatto che «in America e in Francia alcuni siti hanno rivelato di essere una formula giornalistica straordinaria e un’alternativa alla struttura mastodontica, ossidata – e sempre più in crisi – dei media tradizionali».

Gli esempi in USA e Francia
A proposito delle esperienze in Paesi più avanzati, racconta: «sono stato negli Usa l’anno scorso e sono andato molte volte in Francia a studiare i siti d’informazione. Mentre in America il fenomeno dei siti d’informazione indipendenti è ormai stra-affermato (Huffington Post ha più pagine viste del Washington Post, e poi The Daily Beast, Slate, Nobel), in Francia mi ha sorpreso vedere il successo di iniziative nate dalla diaspora di giornalisti di Le Monde o di Libération. Quello che va meglio è Rue89: realizzato nel 2007 da tre ex giornalisti di Libération – di cui uno era inviato negli Usa e un altro in Cina – dovrebbe andare a breakeven quest’anno. È vero che gli Usa sono sempre avanti, ma se anche in Francia…
Certo, non ci sono ancora modelli di business sicuri, ma i quotidiani tradizionali continuano ad andare male e il trend negativo delle edizioni cartacee non sembra sia destinato a invertire…
Siamo tutti concordi nel prevedere che l’informazione non morirà, per cui da qualche parte la gente dovrà andare a leggere. Inoltre, pur tenendo conto di volumi ancora bassi, la pubblicità cresce in proporzione su Internet più che su altri mezzi. Mettiamo insieme tutti questi segnali e vediamo che probabilmente è il momento giusto per partire con iniziative come la nostra (Lettera43.it, ndr)».

Una redazione di giornalisti alla prima esperienza
A proposito della redazione dice che sono solo «ventitré in tutto, compresi i vecchi: il sottoscritto, Prestini e il caporedattore Nadia Anzani, che ha lavorato con me a Economy. L’età media degli altri è sotto i trent’anni e sono stati assunti con contratti di collaborazione a tempo indeterminato – paghiamo i contributi all’Inpgi 2 – che possono essere rescissi con un preavviso di tre mesi. È un modo per contenere i costi, non volevamo ripetere gli errori di altri, come i francesi di Mediapart che sono partiti assumendo 35 persone che, in seguito, hanno dovuto ridurre.»
I redattori sono «giovani, entusiasti, fuori dai circuiti giornalistici tradizionali, portatori di forti competenze internettiane, di contenuti e di mondi nuovi. Molto importante è la curiosità. E poi, le lingue: ne abbiamo alcuni che parlano anche arabo, cinese e russo, uno portoghese. Vogliamo avere un’informazione di prima mano, attingendola direttamente alla fonte, dai siti originali. Sono stato recentemente in Cina e ho potuto notare che l’informazione è filtrata attraverso i siti in inglese, come Shanghay Daily News, una fonte interessante ma che è niente rispetto a quanto puoi trovare sui siti in lingua. La nostra è una redazione che promette bene: ho 54 anni e mi piace molto vedere questi giovani all’opera».

Paolo Madron
Paolo Madron è un noto giornalista economico finanziario, con una lunga esperienza tra Milano Finanza, Giornale, Panorama (vice direttore), Panorama Economy (direttore),  Sole 24 Ore.

Link all‘intervista completa.

A.c. Cynthia Hyatt & staff

 

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