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Giornalismo giudiziario, attenzione alle citazioni

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Le citazioni testuali di atti giudiziari sono a rischio: lo ha sancito la terza sezione civile della Cassazione, in opposizione alla prassi comune nel giornalismo.

La terza sezione civile della Cassazione ha sancito che la pubblicazione dei virgolettati presi da atti giudiziari pubblici è illegittima: «fatta salva la possibilità di pubblicare (per le fonti, ndr) il contenuto di atti non coperti da segreto, non può derogarsi al divieto di pubblicazione (per i giornalisti, ndr), con riproduzione integrale o parziale o estrapolazione di frasi».
Non ammessa neanche la “modica quantità”: perché «quanto al dato quantitativo, non si rinviene nella norma alcuna deroga che consenta la trascrizione di brani di limitata estensione».
Quali sono le implicazioni? Premesso che la Cassazione fa tendenza e non obbligo, la conseguenza è che i giornalisti d’ora in avanti non potranno riportare fedelmente neppure una parola degli atti giudiziari, ma solo riferirne con parole proprie. Ci si chiede: altrettanto fedeli e corrette? E con quali garanzie per i lettori?
S. T.

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