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Giornalismo, informazione e democrazia

giornalismo e democrazia

«Scusate se diamo notizie», scrive Travaglio, al termine di una carrellata di biografie che FQ ha pubblicato sui vari canditati alla presidenza della Repubblica.

“Prima o poi doveva capitare. Ci tocca giustificarci per il peccato mortale di dare troppe notizie”, scrive, e il riferimento è alle pagine dedicate da FQ in queste settimane ai candidati alla presidenza, con le vicende personali e le frequentazioni di tutti i possibili eletti.

“Il privato, per l’uomo pubblico, non esiste”, scrive. Ma non si tratta di nutrire il desiderio di rivalsa dell’uomo comune contro i ricchi, famosi e potenti, come è nella tradizione quotidiana dei tabloid inglesi. Piuttosto, si tratta di rendere pubblico tutto ciò che può essere oggetto di condizionamento o ricatto in una democrazia. La minaccia è nella segretezza, più che nel fatto in sé. 
Anche se privi di rilievo penale, certi fatti (anche solo un po’ sconvenienti), possono condizionare o rendere ricattabili persone importanti per la vita di tutti, e in definitiva, per il sistema democratico. Per questo motivo Obama ha fatto passare ai raggi X i suoi collaboratori, prima di ogni incarico e prima che giurassero non avere più nulla da nascondere. 

“Nelle democrazie, non nel Terzo Reich, funziona così – scrive Travaglio – Jimmy Carter, l’uomo più potente del mondo ai suoi tempi, dovette rispondere dei traffici e perfino del tasso alcolico di suo fratello Bill. Margaret Thatcher finì al centro di polemiche per i business controversi del marito e poi del figlio. Yitzhak Rabin dovette lasciare la guida del governo israeliano per gli affari della moglie. L’attuale premier Bibi Netanyahu ha passato guai infiniti per le spese allegre della signora Sarah.  Il penultimo presidente della Repubblica tedesco Christian Wulff ha dovuto prima difendersi dalle accuse sul passato a luci rosse della seconda moglie e poi dimettersi per presunti favori a lui e alla consorte: nella Germania della Merkel, non della Gestapo.” (…) “È questo il compito della libera stampa: scavare, passare ai raggi X, informare”.
Marina d’Antoni
Recensione da “Scusate se diamo notizie”, di Marco Travaglio, FQ 31/1/15, p.1.        

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