Per proporre, accettare proposte e vendere servizi giornalistici c’è l’italianissimo FreeJourn, una piattaforma di mediazione tra editori, giornalisti e lettori.
FreeJourn nasce da un’idea del dipartimento innovazione del gruppo editoriale News 3.0 ed è uno dei sei progetti italiani scelti e finanziati da Google nell’ambito del primo bando Digital News Initiative.
FreeJourn si sostiene con un sistema di revenue share: trattengono il 10% di quanto viene finanziato sulla piattaforma. Nel caso di inchieste espressamente commissionate su FreeJourn da un media partner, e salvo diversi accordi, la commissione è del 20%, divisa tra media partner e freelance. Le revenue share servono a mantenere la piattaforma funzionante, cioè a coprire costi e spese. Eventuali utili saranno reinvestiti per studiare nuovi servizi.
FreeJourn vuole creare un nuovo ecosistema informativo, basato sulla disintermediazione delle tradizionali dinamiche del mondo editoriale e su un differente rapporto tra giornalisti, lettori ed editori.
La piattaforma è divisa in tre sezioni.
La prima raccoglie i profili dei freelance, localizzati per area geografica e temi di competenza.
La seconda è un’area dedicata al crowdfunding che ospita i progetti proposti dai reporter.
La terza sezione è FJ Magazine, il portale in cui potrete leggere e guardare tutti i progetti realizzati attraverso FreeJourn.
Conseguentemente alla registrazione come “utente normale”, l’utente inizia ad utilizzare il Sito. Attraverso il proprio profilo, l’utente può fruire dei Servizi del Sito, tra cui – a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo – proporre Progetti ai Freelance all’interno della Sezione 1, seguire i Freelance, entrare in contatto con gli altri Utenti e con il team di FreeJourn, finanziare attraverso il Crowfunding, commentare i Progetti e/o le Call, assegnare rating ai Progetti e guardare e/o leggere e/o ascoltare e/o usufruire dei Progetti pubblicati su FJ Magazine.
P.L.