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“Il giornalismo online è un ritorno alle origini”

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Il giornalismo online non rappresenta una rottura della tradizione, ma il ritorno alle origini, al giornalismo di 4 secoli fa, perché…

Da quando Internet ha fatto la sua comparsa, è stato ridimensionato in modo drastico il ruolo dell’editore come mediatore delle notizie, tra la loro fonte e il pubblico.
Molti guardano con apprensione a questo sviluppo, lamentando la perdita di profondità nella formazione dell’opinione pubblica, lasciata a se stessa di fronte al magma dei fatti. E continuano ad aggrapparsi a quell’ormai salottiero esercizio chiamato “editoriale”, vestigia di una leadership irrimediabilmente perduta dagli intellettuali (o piuttosto da quel poco che ne rimane…).
Ebbene non è detto che questa diagnosi così pessimista sia così giustificata. La ricostruzione storica suggerisce al riguardo una lettura diversa. Internet rappresenterebbe non una rottura della tradizione, bensì piuttosto il ritorno all’antico, più precisamente alle origini.

Nell’arco di tempo che va dal 1627 al 1702, periodo di incubatrice del giornale moderno, la strategia di asseverazione di quella assoluta novità, che erano per l’appunto le news, ruota intorno a una valore centrale: la fattualità. L’editore si fa da parte, per porre il lettore di fronte alla notizia presentata con un disclaimer di assoluta onestà: “Mio caro, io te la riporto come mi è arrivata ma non te la garantisco; vedi tu se suona attendibile”.
Questo emerge dal saggio di Nicholas Brownlees “The Language of Periodical News in Seventeenth-Century” (Cambridge Scholars, 2014). Circondate dal disprezzo degli intellettuali e dalla diffidenza dell’establishment, per i quali la mercificazione di un sapere non mediato era tanto rozzo quanto pericoloso, queste news si conquistano l’attenzione dei lettori attraverso un protocollo di verifica elementare scandito da poche domande essenziali: “dove, quando, cosa e chi”.
E quindi? Chi critica la modalità con cui internet veicola le notizie dovrà porsi qualche domanda supplementare. Non segna forse davvero l’affrancamento del lettore dalla servitù della poco rimpianta oligarchia della carta stampata? Non impone al lettore lo sforzo di trasformarsi da soggetto passivo a fruitore attivo?
L’Inghilterra del Seicento offre all’età della rete il beneficio del dubbio.

Sintesi a cura di Gio’ Di Nicola, da “Giornalismo online? E’ un ritorno alle origini” di Stefano Mannoni (professore di Diritto delle Comunicazioni presso l’Università di Firenze), su key4biz.it.

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