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Narrativa, come iniziare a scrivere un libro

come scrivere un libro

Come iniziare a scrivere un libro? Inizia da questi 7 punti e vai avanti

1 – Se pensi di essere troppo giovane per iniziare a scrivere un libro, ti sbagli: Melissa Panarello ha solo sedici anni quando scrive “100 colpi di spazzola prima di andare a dormire”, un bestseller da due milioni di copie e traduzioni in 42 Paesi.

2 – Se pensi di essere troppo anziano/a per iniziare a scrivere un libro, ti sbagli. Infatti, Camilleri pubblica il primo dei 27 volumi della serie Montalbano a 70 anni. In Italia ha venduto 31 milioni di copie. Nonostante le difficoltà di traduzione dal dialetto siciliano, questa serie è stata tradotta in più di cento lingue, perfino in gaelico e coreano.

3 – Se pensi che per iniziare a scrivere un libro devi avere una cultura di alto livello, ti sbagli. Infatti, la scrittrice più ricca del mondo, Joanne Rowling, ha una formazione culturale del tutto ordinaria. Inizia a scrivere la saga di Harry Potter a 26 anni, nelle lunghe trasferte in treno. La conclude pochi anni dopo con 450 milioni di copie vendute.

4 – Infine, anche se pensi che per iniziare a scrivere un libro occorra molta fantasia, ti sbagli. Infatti, non è la fantasia a portare al successo mondiale Umberto Eco, quando ha messo in chiave narrativa la sua vasta cultura accademica. Noto docente universitario, Eco esordisce in narrativa a 50 anni con “Il nome della Rosa”: oltre 30 milioni di copie e traduzioni in 47 Paesi.

5 – Ricorda ciò che ha scritto l’agente letteraria Rossella Monaco su www.scrivo.me (Mondadori), su come iniziare a scrivere un libro: «Tutti siamo narratori per vocazione, perché ogni persona comprende in sé un mondo di emozioni e pensieri, un punto di vista sulle cose, una capacità di capire ed esprimersi. Bisogna poi valutare se si hanno le conoscenze, il desiderio e la predisposizione per diventare scrittori».

6 – Un incoraggiamento simile, su come iniziare a scrivere un libro, l’offre Franco Forte (noto scrittore, editor e sceneggiatore), quando tratta della questione “talento” nel suo manuale titolato “Il viaggio dello scrittore. Scrivere narrativa”.
Scrive Forte: «il talento non è un tutto-o-nulla e non esiste qualcuno che ne sia completamente privo. Certamente ci sono differenti predisposizioni ma, possiamo affermare con sicurezza che tutti, tutti, tutti, abbiamo una certa dose di talento. Ci potrà essere chi è più portato per un genere piuttosto che per un altro, chi si esprime al meglio nei testi brevi e brevissimi e chi invece necessita di centinaia di pagine per dare libero sfogo alla propria scrittura, chi riesce meglio nella narrativa di genere e chi nel maistream, e così via, ma ciascuno di noi ha una sua dose di talento, che non è mai zero. L’importante è comprendere la portata del proprio talento e imbeccare la strada che per noi è la migliore, la più congeniale».

7 – Se pensi che la narrativa di facile consumo, tipica delle opere prime, non valga nulla, ti sbagli. Infatti, la distinzione della narrativa tra alta e bassa, dal punto di vista editoriale non ha senso, perché contano le vendite (uno per tutti: Fabio Volo). Poi non ha senso per te, se raccontare ti appassiona, anche senza altre e alte finalità. E non ha senso neanche per i lettori, perché quello che cercano nella narrativa è intrattenimento, sempre e comunque.

Tutto questo per dire che puoi iniziare a scrivere, qualsiasi sia la tua situazione. Il successo è difficile, come in ogni campo. Ma il piacere è assicurato se ti piace scrivere, se ti piace l’idea di avere un pubblico, se ti piace l’idea di essere “speciale”.

Marina Liberati & staff FM
Articolo liberamente tratto da “Guida ai tuoi primi racconti”, prossimamente free nella Libreria FirstMaster.

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