Un rapporto pubblicato il 6 dicembre dall’Istituto Reuters per lo Studio del Giornalismo (RISJ), prende in esame 12 testate native digitali in Francia, la Germania, la Spagna e Regno Unito, per fornire una panoramica dei loro modelli di business.
Le finalità editoriali di tutti i 12 editori digitali sono strettamente allineate con i loro modelli di business.
I siti che si basano principalmente sulla pubblicità attuano strategie per attrarre più lettori, mentre le testate che ottengono la maggior parte dei loro finanziamenti da donazioni e crowdfunding cercano di differenziare i loro articoli da ciò che è già disponibile gratuitamente.
Gli autori hanno anche scoperto che le organizzazioni digitali analizzate cercano un impatto sociale in misura maggiore rispetto alle testate tradizionali. Questo fatto avvicina più alla tradizione europea del giornalismo impegnato e schierato, piuttosto che a quello del giornalismo teso all’idea di imparzialità e obiettività. In questo senso, le testate analizzate sono manifestamente vicine ai gruppi politici o gruppi sociali influenti.
Tutti i 12 editori digitali mirano a distinguersi nei loro mercati, concentrandosi su un’approfondita copertura di alcune aree tematiche. Ad esempio, Mediapart (Francia), è stata fondata nel 2008 per concentrarsi sulle indagini politiche ed economiche, mentre El Confidencial (Spagna), è stato lanciato nel 2001 per coprire l’informazione indipendente su economia e commercio.
Sul piano del marketing editoriale, gli autori notano che nessuno vuole offrire un po ‘di tutto per tutti. C’è sempre un mix, ma il mix è più mirato.
Un’ultima nota: a parte El Confidencial e l’Huffington (che ha sinergie con la grande redazione USA), tutte le altre dieci testate hanno uno staff molto ridotto, in confronto alle tradizionali edizioni stampate.
Mike Loprete & FirstMaster
Il rapporto completo è disponibile qui.