FM/Mag
Web publishing di successo: il modello Collectrium
Chi non vorrebbe avere 20.000 abbonati da 100 dollari al mese? Già così sarebbero 24 milioni di dollari l’anno. Ma c’è chi ne ha 27.000 e pagano volentieri fino a 400 dollari al mese: Collectrium.com. Ecco come e perché.
Collectrium.com ha 27 mila clienti e abbonamenti da 90-400 $ al mese. Nato nel 2009 e presentata al Miami Art Weeek nel 2010, oggi rende intorno ai 50 milioni di dollari al suo creatore, un ingegnere informatico laureato al MIT di Boston, Boris Pevzner, che ha ottenuto il riconoscimento del settimanale BusinessWeek come creatore della «America’s most promising start-up», la start-up più promettente d’America. Per l’occasione, Pevzner ha spiegato che nel mondo «ci sono almeno mezzo milione di persone che collezionano oggetti di ogni genere, dai quadri alle automobili, per un valore compreso tra il milione e il miliardo di dollari. Io non ho fatto altro che metterli in rete».
Per avere i servizi di Collectrium bisogna pagare un abbonamento mensile di 90 dollari al mese per i servizi base e 400 dollari per i servizi premium. Ma quali sono questi servizi così profumatamente pagati? «Molto semplice – risponde Pevzner – noi aiutiamo i collezionisti a gestire il loro patrimonio. Per esempio, offriamo una valutazione indipendente degli oggetti di una collezione, mettiamo in contatto i collezionisti tra di loro, offriamo le migliori coperture assicurative o i migliori preventivi dei migliori broker mondiali fino al servizio di trasporto delle collezioni in caso di mostre o di eventi. Aiutiamo anche ad affittare gli oggetti di valore a chi organizza mostre».
Insomma, Pevzner “ha fatto rete” con un sito che relaziona persone e organizzazioni, passioni e business. Vende e intermedia informazioni a volte utili, a volte importanti, a volte strategiche per tre precisi tipi di utenti del mondo dell’arte: i collezionisti, le gallerie e le mostre d’arte.
L’ultima soddisfazione Pevzner l’ha avuta il mese scorso, quando ha ceduto la quota di maggioranza della sua creatura a François Pinault (il miliardario francese re del lusso), per 25 milioni di dollari. Milioni che vanno a sommarsi ai 16 versati da Christie’s nel febbraio 2015.
Mentre Collectrium cresceva come start-up, i principali concorrenti annaspavano: il sito Artpsace è stato svenduto per una cifra simbolica, Paddle8 è in vendita e Artsy «continua a bruciare capitali, alla ricerca di un modello di business». Tutto questo nonostante, anzi, proprio perché siti nati da addetti ai lavori, mentre per l’arte Pevzner è un ousidert, come lo è stato Jeff Bezos per l’editoria (Amazon e Washington Post).
Cosa insegna il successo di Pevzner? Fresco di MIT, Pevzner ha elaborato una tecnologia su misura per le esigenze di un preciso target di utenti. Come first mover innovativo, ha rapidamente trovato interesse in soggetti del settore sempre più importanti.
Ecco le principali tappe del suo progetto:
1°: individuare una Domanda di mercato latente e non soddisfatta;
2°: individuare gruppi di esigenze convergenti (tipo domanda-offerta);
3°: verificare la disponibilità a pagare soluzioni oggettivamente utili;
4°: offrire caratteristiche e condizioni che superino le aspettative comuni;
5°: utilizzare informatica e web, per un mercato globale, senza gli “attriti” dell’analogico.
Su quest’ultimo punto è utile sottolineare che un progetto che sia solo digitale ha delle potenzialità di partenza enormi rispetto un progetto analogo sviluppato nell’analogico. Un esempio viene proprio dall’editoria, sia libraria che periodica. Da una parte c’è la goffa logistica della pubblicazione su carta (dalla produzione alla distribuzione). Dall’altra c’è la pubblicazione in digitale, che arriva ovunque nel mondo, alla velocità della luce, e senza costi.
CT, AR
Link Wikipedia
– Artspace.
– Artsy.
– Paddle8.