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Come avviare un giornale online
Il sogno di fondare una testata giornalistica si è diffuso tra molti giornalisti e blogger, da quando Internet si è imposto come principale canale di informazione, con una platea di lettori online che cresce ogni giorno.
Grazie ai costi minimi tipici del web, la possibilità di creare un’impresa editoriale sembra alla portata di molti. E’ vero che i capitali in gioco sono un millesimo della grande editoria tradizionale, ma è anche vero che queste facilitazioni finanziarie non ti garantiscono il successo, tutt’altro.
La dotazione finanziaria può essere minima, ma quella manageriale deve essere consistente e comprendere quella parte di management e di marketing che si adatta all’editoria online. L’argomento è vasto, ma alcuni punti possono essere chiariti rapidamente.
Il primo punto riguarda la differenza tra l’editoria stampata e l’editoria online. Quest’ultima ti consente di realizzare rapidamente vari siti con i quali realizzare più fonti di ricavo, senza la complessità e gli investimenti delle pubblicazioni stampate. In altri termini: la prima operazione è quella di moltiplicare le fonti e distribuire i costi (“economie di scala“), cioè distribuire i costi certi e i guadagni sperati su più testate sinergiche.
Tre possibilità di fare editoria online
Se sogni di metterti in proprio e quindi di avviare uno o più siti giornalistici, hai tre soluzioni da valutare per ottenere i ricavi necessari a coprire i costi complessivi dell’impresa.
Soluzione 1: free press e pubblicità
La prima e più semplice fonte di ricavi per i siti web è quella della pubblicità. Se vuoi contare sulla pubblicità come principale fonte di ricavi, allora dovrai progettare un sito che abbia molti lettori. A sua volta, la necessità di avere molti lettori, implica il dover trattare argomenti di largo interesse e magari anche virali. Questo esclude argomenti specialistici e di ristretto interesse.
Una dimostrazione veloce di come i grandi numeri si facciano solo con argomenti di largo interesse, la offre YouTube, dove i video su argomenti impegnati o specialistici fanno poche centinaia di visualizzazioni, mentre gli altri conteggiano milioni di visualizzazioni.
Per questa soluzione, il problema principale è sviluppare contenuti di largo interesse e meccanismi che favoriscano risultati tendenzialmente virali (v. Tecniche e segreti della titolazione e Come scrivere un articolo virale), in modo che i lettori stessi creino altri lettori, senza costi aggiuntivi. A questo proposito, Arianna Huffingon (Huffington Post), dall’alto del suo strepitoso successo internazionale, ha spiegato: «la gente non vuole soltanto avere delle notizie: vuole condividerle, migliorarle e contribuire ad integrarle con altre informazioni».
Approfondimenti: inizia da Huffington Post (Wikipedia) e CityNews (home) in Italia.
Soluzione 2: pay per read
Il pay per read è la soluzione migliore se vuoi e se puoi offrire informazioni importanti per i lettori, come possono essere le notizie di utilità professionale o… passionale. In questo caso, nel sito solo pochi articoli sono gratuiti, mentre per gli altri la lettura completa è a pagamento. Solo 5-10 centesimi ad articolo, che moltiplicati per n articoli (vecchi e nuovi), per n paganti e per 365 giorni, possono fare un totale di grande soddisfazione.
Per questa soluzione, il problema principale da risolvere non è quello delle fonti, che per la redazione possono essere gratuite o quasi, ma quello dei temi, che devono toccare interessi di lungo termine dei lettori, interessi potenzialmente decennali, se non lunghi quanto la vita dei lettori. Solo in questo modo si può sviluppare una base crescente di lettori.
Se cogli motivazioni professionali, puoi contare su interessi che restano stabili per circa 40 anni, tanto quanto la vita professionale dei lettori di riferimento. Se cogli altri interessi forti, come sport e hobby, puoi contare su un arco temporale teorico anche più lungo.
Il campione del pay per read è un sito Usa per collezionisti di arte e antiquariato. Ci si può abbonare solo se presentati, con quote partono da 900 dollari l’anno e arrivano fino a 2.000 per chi desidera l’accesso a servizi aggiunti. Sembra molto, ma è un buon affare, infatti ha più di 25.000 abbonati.
Approfondimenti: inizia da The Wall Street Journal e ItaliaOggi.
Soluzione 3: e-commerce
La terza soluzione è quella che comprende varie attività di vendita di prodotti o servizi propri o d’altri. Il perno di questa soluzione è formato da uno o più siti della stessa area tematica, che fanno buona informazione per attirare lettori, con la prospettiva che molti di questi diventino anche clienti, propri o da affiliati. Per questa soluzione, il problema principale risiede nella necessità di predisporre prodotti e/o servizi propri, insieme a collegamenti verso servizi e prodotti di terzi che ripagano con quote fisse o percentuali.
Un caso di studio è quello del vivaio che sviluppa un sito di informazioni, recensioni e notizie, con banner di prodotti propri (semi, piante e fiori), più altri banner di articoli per giardinaggio prodotti e spediti da altri soggetti commerciali scelti. Un esempio più complesso è quello de Il Sole 24 Ore, che ottiene consistenti introiti con la promozione e vendita diretta dei propri costosissimi manuali e corsi professionali.
Approfondimenti: inizia da Il Sole 24 Ore e New York Times.
Per concludere: queste sono solo le principali direttrici di valutazione per progettare dei siti remunerativi, da trattare come vere imprese con aspirazioni di durata e di redditività. Volendo approfondire, in dettaglio le possibilità sono circa cinquanta e le loro varie combinazioni pratiche superano il migliaio, ma alla base c’è da decidere cosa sei in grado di offrire al pubblico. Anzi, cosa può piacere al pubblico che piaccia anche a te, ed è così che le scelte si riducono a queste tre.
Claudio Torrella, FM
Approfondimenti:
– “Web publishing: il sito come impresa editoriale”, Ed. FirstMaster, Pdf, 112 p (in corso di riedizione).
– “Master di editoria giornalistica online“, FirstMaster.