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Come finanziare un’impresa editoriale, oggi
Al via il decreto per estendere il crowdfunding alle piccole imprese, come quelle editoriali e multimediali, che possono raccogliere investimenti attraverso piattaforme certificate.
Per chi non lo sapesse, attraverso il crowdfunding più persone (crowd) conferiscono somme di denaro (funding), generalmente di modesta entità, per finanziare un progetto imprenditoriale o iniziative di vario genere utilizzando appositi siti internet.
In questo modo, un capitale difficile da ottenere in banca, come un milione di euro, può essere raccolto progressivamente in poche settimane con 1.000-2.000 sottoscrittori che possono trovare conveniente investire 500-1.000 euro, con la prospettiva di fare un micro investimento, favorito da detrazioni fiscali e vantaggi o benefit specifici.
Le potenzialità del crowdfunding sono notevoli, come raccontano molti casi di cronaca. Per esempio, il sito d’informazione Correspondent ha raccolto 1,3 milioni in 15 giorni.
L’equity crowdfunding è aperto anche alle persone giuridiche (aziende), che possono investire fino a 10.000 euro l’anno. Anche in questo caso, come per le persone fisiche, serve la costruzione di un’offerta vantaggiosa per gli investitori, per motivarli ad investire sia per il primo anno che per gli anni successivi.
Benefici e vantaggi per le nuove imprese editoriali e multimediali
Già oggi le nuove imprese editoriali e multimediali possono usufruire di una corposa serie di agevolazioni e vantaggi.
Ecco i principali:
- esenzione da imposta di bollo e diritti di segreteria dovuti per l’iscrizione al registro delle imprese e dal diritto annuale alle camere di commercio;
- le somme corrisposte ad amministratori, dipendenti o collaboratori sotto forma di strumenti finanziari o diritti di opzione non concorrono alla formazione del reddito imponibile dei destinatari;
- le assunzioni a tempo indeterminato di personale altamente qualificato godono di un credito d’imposta del 35% fino a un massimo di 200mila euro annui per ogni impresa;
- possibilità di assumere personale con contratti a tempo determinato della durata minima di 6 mesi e massima di 36 mesi (prorogabili di altri 12 mesi);
- è prevista la possibilità di usufruire dei servizi messi a disposizione dall’ICE per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e dal Desk Italia;
- è previsto un accesso semplificato, gratuito e diretto al Fondo Centrale di Garanzia (fondo governativo che facilita l’accesso al credito attraverso la concessione di garanzie sui prestiti bancari).
Equity crowdfunding, oggi e domani
Se fino ad oggi il crowdfunding imprenditoriale era riservato alle nuove imprese innovative («spa, srl o cooperative da poco attive in settori innovativi e tecnologici o a vocazione sociale»), comprese quelle editoriali e multimediali, in quanto trattano servizi informativi e/o prodotti editoriali in formato digitale, con il decreto legge ci sarà la possibilità di finanziare anche le imprese editoriali di vecchia costituzione, grazie alla revisione della disciplina dell’equity crowdfunding, che conta già ben 17 piattaforme italiane autorizzate e vigilate, per fornire a imprese e cooperative capitali di rischio (cioè senza garanzie, se non quelle della corretta amministrazione).
Come raccogliere fondi e costruire il capitale
Raccogliere fondi e costruire un capitale di avviamento oggi è relativamente facile, sia sul piano normativo che funzionale, soprattutto se in ambito digitale, grazie alle alte potenzialità, ai bassi costi di struttura e ai moltiplicatori straordinari rispetto l’ambiente analogico. Basti citare il fatto che 1.000 e 100.000 clienti/utenti fanno poca differenza, in digitale, dato che gli utili sono costanti, ma il costo di riproduzione del prodotto/servizio è zero, praticamente.
Questo si sa. Ciò che scarseggia, invece, è la conoscenza di un approccio efficace all’equity crowdfunding. Non basta l’idea, il business plan e il marketing plan. La rampa di lancio è un’altra e lo dimostrano successi e fallimenti di questi anni di crowdfunding .
Come conquistare tanti investitori
E’ vero che l’equity crowdfunding consente di realizzare capitali consistenti (per quelle che sono le esigenze del digitale), in alternative alle banche, in alternativa ai venture capital (carissimi), e in alternativa a soci finanziatori (ingombranti), ma è anche vero che per allettare un migliaio di micro investitori occorrono strategie specifiche.
Un passo indietro. L’investitore tipico cerca utili e rendite significative in grado di contrastare l’inflazione e/o di assicurare una cifra che gli migliori il tenore di vita., ma chi investe 500 euro che se ne fa di 1.000 anni dopo? In termini percentuali sarebbe un affarone, ma in termini reali è un guadagno risibile. Considerando il rischio, qualsiasi micro investitore arriva alla conclusione che è meglio giocarsi 500 euro in una delle tante scommesse online o nella ricevitoria sotto casa (esentasse e ragionando in proprio), e sapere com’è andata subito, e senza i dubbi di essere stato raggirato.
Il motivo per il quale la Borsa per le piccole imprese e per le start-up è moribonda in tutt’Europa (Londra a parte, ma è un’altra storia), è tutta nei numeri. Il piccolo investimento non è motivo di attrazione, ma al contrario, motivo di indifferenza.
Infatuati dalla propria idea, gli imprenditori non si chiedono veramente perché tanta gente dovrebbe investire nel proprio progetto. Strano a dirsi, ma non ci si rende conto che è più facile far investire un milione al 2% che 1.000 euro al 200%. Come se ne esce?
La soluzione ha due percorsi:
1° ) benefit immediati e garantiti alla sottoscrizione, una possibilità esclusiva che solo il crowdfunding ha e va sfruttata in pieno;
2° ) allargamento della base societaria interessabile, cioè pubblicità attiva, ben oltre le piattaforme di equity crowdfunding.
Crowdfunding in Italia
L’Italia è il primo Paese in Europa a essersi dotato di una normativa specifica e organica relativa al solo equity crowdfunding che consente di raccogliere capitali evitando finanziamenti bancari, cioè debiti. Infatti, per le startup innovative ci sono già sono le norme introdotte dal decreto legge n. 179/2012, che ha delegato alla Consob il compito di disciplinare e sorvegliare gli operatori e la raccolta fondi.
In pratica, oggi ci sono ben 17 piattaforme autorizzate e vigilate dalla Consob che si avviano a facilitare la raccolta del capitale da parte di start-up innovative. Questi loro siti internet si propongono come intermediari tra domanda e offerta. In particolare, forniscono ai micro investitori le informazioni sulle start-up e sulle singole offerte attraverso apposite schede testo-grafiche o multimediali.
REGISTRO DEI GESTORI DI PORTALI AI SENSI DELL’ART. 50-QUINQUIES DEL D. LGS. 58/98 – SEZIONE ORDINARIA
Fonte: Consob, con aggiornamento al 29/10/2015
- www.equitystartup.it
- www.assitecacrowd.com
- www.investi-re.it
- www.crowdfundme.it
- www.ecomill. it
- www.equinvest.it
- www.fundera.it
- www.muumlab.com
- www.nextequity.it
- www.crowd4capital.it
- www.mamacrowd.com
- www.smarthub.eu
- www.starsup.it
- www.startzai.com
- www.symbiditalia.it
- www.equity.tip.ventures
- www.wearestarting.it
Per concludere e per completezza, conviene considerare anche le altre forme di crowdfunding:
- reward-based, chi partecipa al finanziamento riceve in cambio un regalo, uno sconto o altra forma di compenso, sulla base di quanto si dona.
- donation-based, chi partecipa fa una donazione per sostenere una causa o un’iniziativa no profit (in genere) senza ottenere nulla in cambio o la citazione come sostenitore.
- lending-based, chi partecipa viene ricompensato con il pagamento degli interessi.
In tema di finanziamenti, è disponibile un corso gratuito Open FirstMaster.