Come dovrebbe essere un’intervista di pari dignità tra giornalista e intervistato? Se ne è persa traccia, tra obbligazioni, opportunismi e furbizie varie?
Risposta: non del tutto. E da più parti si segnala l’intervista di ieri sera su La7, realizzata da Enrico Mentana a Beppe Grillo.
Tra i vari, Carlo Tecce ne scrive come un caso da manuale di giornalismo, dove «il politico ha risposto quello che voleva rispondere, il giornalista ha domandato quello che voleva domandare». Una banalità? No per chi segue le cronache politiche in tv e sui giornali. Ma neanche per chi legge giornali di infotainment, quelli sostenuti dalla pubblicità.
Si chiede Tecce: «cos’ha di straordinario l’intervista di Enrico Mentana a Beppe Grillo? Nulla. E proprio perché l’intervista è classica, tradizionale, quasi istituzionale è interessante. E può risultare interessante perché comprensibile, non sintetica, non frettolosa, non spettacolare. In poche parole: è un servizio giornalistico» e «rievocava un chiaro e sano prodotto giornalistico».
E’ proprio così? La risposta è su YouTube, con più di 40.000 visualizzazioni in poche ore, dopo l’11% di share su La7, il doppio della media.