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Marketing per il self-publishing, i segreti di David Gaughran

L’autore di un bestseller sul self-publishig interviene al “Matera Writers Conference” e spiega che…

Al Women’s Fiction Festival, a Matera, c’era anche David Gaughran, un irlandese trapiantato a Londra che fino al 2010 lavorava al marketing digitale di Google. Poi il salto: tre opere di fiction e un bestseller “Let’s get digital: how to self-publish, and why you should”, oltre a un blog cliccatissimo: “Fatti vedere. Come essere notati e vendere più libri”. In meno di due anni, Gaughran è riuscito a mantenersi facendo lo scrittore, autopubblicandosi. Ora solo vive di questo, cura il suo blog e insegna agli altri come fare self-publishing
Per Il Giornale.it, ne parla Stefania Vitulli, che riporta il colloquio di Gaughran con il pubblico, al Matera Writers Conference.

E’ possibile diventare famosi con un libro?
«Decisamente sì. La rivoluzione digitale ha capovolto il sistema di distribuzione: oggi chiunque può pubblicare quando vuole quello che vuole. Ma devi essere sotto i riflettori anche quando sei su uno scaffale di Amazon. Prima il problema era riuscire a farsi pubblicare, oggi è farsi vedere in rete».

Il primo segreto per riuscirci?
«Presentare un prodotto professionale: affidarsi a un editor che certifichi una buona trama e a un designer per la copertina. Se il libro non è prodotto in modo professionale è difficilissimo ottenere visibilità ma soprattutto conservarla nel tempo».

Fin qui il percorso somiglia a quello tradizionale, con l’autore al posto dell’editore…
«Secondo segreto: mai aver paura di dar via le proprie opere gratis».

Completamente?
«Completamente. Distribuisco gratis 10mila copie del mio libro a un pubblico selezionato e qualificato e se anche solo l’uno per cento di queste persone consigliano il libro ai loro amici, ecco che ho un pubblico vero».

Somiglia a una catena di Sant’Antonio.
«Si tratta solo di sfruttare a destinatari mirati e un mercato potenziale. È marketing».

Altri trucchi?
«Prendere il polso dei prezzi. Organizzo una svendita dei miei libri per un weekend: 0,99 quando invece il mio prezzo è 4,99 (in dollari o in euro, le proporzioni non cambiano). Quando il titolo comincia a salire in classifica, lo riporto a 4,99».

Dopo il marketing, la pubblicità.
«Infatti: ci sono siti destinati ai lettori forti, con centinaia di migliaia di iscritti, a cui sono riservati sconti e offerte speciali. Il più famoso è bookdub, che arriva a un milione e mezzo di affiliati. È indispensabile farsi pubblicità su uno o più di questi siti: si possono vendere da 100 a mille copie in un solo giorno».

Ma quanto costa?
«Dipende. Chi si iscrive di solito ha un genere preferito. Se il tuo libro è un romance, un giallo o un fantasy, i più venduti, l’annuncio costa sui 700 dollari. Se vuoi raggiungere liste minori, anche 50 dollari».

E se per qualcuno i costi sono troppo alti?
«Promozione di gruppo: venti, trenta autori si uniscono con le loro opere – non importa che siano dello stesso genere – e moltiplicano in modo esponenziale i followers. Ogni autore ha un sito, una piattaforma social, contatti diversi: la potenza pubblicitaria diventa enorme. Inoltre c’è un trucco a costi zero ma molto efficace: dire ai propri lettori di iscriversi alla nostra mailing list di autori. Al prossimo libro, tutti i precedenti lettori riceverano un avviso di pubblicazione praticamente nello stesso istante».

Banale.
«Per niente: se ho mille lettori potenziali e li convinco a comprare il mio nuovo libro nello stesso weekend, faccio un balzo enorme in classifica. Se gli stessi mille lo comprano in un mese, non se ne accorge nessuno».

Quanto costa oggi autopubblicarsi e vendere almeno un pochino?
«Con mille dollari si può fare un buon lavoro. Anche meno se si trova da un designer una bella copertina già pronta. L’unica cosa su cui consiglio di non risparmiare è l’editing: un editing fatto male è la morte del libro, istantanea o quasi».

Conviene, rispetto all’editoria tradizionale?
«Non si può fare un discorso ideologico, ma di praticità. Un esordiente oggi si vede spesso proporre contratti capestro e nessun anticipo. Se ti presenti da un editore con qualche libro già autopubblicato, ottieni condizioni migliori. Hai già venduto tot copie? Per magia appare l’anticipo».

Fin qui marketing e promozione. Ma i contenuti che fine fanno?
«Il contenuto è ancor più importante in rete che nell’editoria classica. Se al lettore digitale piace la tua storia, subito clicca e si compra tutti gli altri tuoi libri. Se lo fidelizzi, li comprerà per sempre. Una lealtà superiore a quella del lettore tradizionale, che acquista i libri uno alla volta. Se però lo deludi, se la trama è raffazzonata, stampata di corsa, non solo l’hai perso per sempre, ma andrà su Amazon. E scriverà su di te una recensione terribile».

A c. di Milla Attanasio

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