Gennaio 2011
Una volta tanto i discorsi sulla comunicazione escono dalle aule universitarie e diventano drammaticamente veri e vissuti.
Così accade in questi giorni in Tunisia, dove Twitter e Facebook, ma anche YouTube, consentono un passaparola impossibile in altro modo e in altri tempi. Il più modesto dei tre, Twitter, con i suoi “twoosh” di 140 caratteri, si è rivelato per gli studenti tunisini il più importante per una comunicazione immediata e a portata di cellulare.
Scrive Carla Rumor su il Fatto: «Ad una velocità che neanche la diretta radiofonica e televisiva può garantire, si srotolano fra le pagine del social network messaggi che raccontano la cronaca di queste giornate, da una parte all’altra del paese e oltre i confini nazionali.
In sei ore, ieri, dopo che il Presidente Ben Ali aveva annunciato la destituzione del governo e le elezioni anticipate, oltre 15.000 tweet sono stati spediti dai tunisini in festa e in rivolta.
Dall’altro lato del mondo, uno dei più importanti blog americani denunciava i media per aver “abbandonato la Tunisia nelle mani di Twitter e di YouTube”».
Grazia Fiore