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L’Espresso, convergenza tra carta e web

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L’Espresso si rinnova nel segno della convergenza tra carta e web. Per la prima volta, saltano anche le tradizionali sezioni di cui è composto il settimanale.

Luigi Vicinanza, il direttore, ha spiegato che «l’Espresso è uno, non c’è differenza tra giornalismo su carta e quello online. La mia generazione è nata con due appuntamenti informativi: la mattina in edicola e la sera con il telegiornale. È andata avanti così per decenni. Adesso siamo inseguiti da quel flusso delle informazioni. C’è persino quando siamo in una stazione della metropolitana o dei treni, dove sono stati piazzati schermi che ci bombardano di notizie molto spesso anche inutili e senza senso. A volte sono solo un fastidioso rumore di fondo. Lo scopo dell’Espresso, invece, è di selezionare e di dare alle notizie un senso, una gerarchia e un’interpretazione».

«La scansione del giornale non è più secondo la tradizione ‘primo piano’, ‘attualità’, ‘politica’, ‘mondo’ ed ‘economia’ con tutto quello che segue. Nel nuovo Espresso ci sono due parti precise: quella davanti di ‘all news’, poi c’è il reportage fotografico che in qualche modo interrompe e la seconda parte, che è “culture”, al plurale, un momento in cui il lettore si rilassa. Le “all news” sono il concentrato dei settori che non esistono nella realtà, ma che esistono nella nostra testa e nella nostra organizzazione del lavoro».

L.D.
V. L’Espresso essenziale. Oggi come ieri.

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