Michael Barber, ex consulente per l’istruzione di Tony Blair, è ora a capo di un progetto che si appresta a cambiare la scuola del 21° secolo.
Al progetto partecipa la Pearson, gigante dell’editoria scolastica e accademica mondiale (oltre che proprietaria delFinancial Times e dell’Economist), in vista di una grande riforma globale dell’insegnamento, che sposta l’attenzione da ciò che si insegna «al risultato di ciò che si insegna, all’efficacia dell’apprendimento, ai suoi effetti nella vita di chi studia».
Enrico Franceschini, per Repubblica, ha intervistato Michael Barber in occasione della pubblicazione del suo libro “Instruction to Deliver: Fighting to Transform Britain’s Public Services“, in vendita in Gran Bretagna da domani, 21 novembre. Ecco alcuni stralci.
Barber sostiene che se una persona deve imparare, per esempio, l’inglese, è compito della didattica verificare che uso concreto ne viene fatto. Dice:«se devi apprendere un mestiere, che sia l’ingegnere o il designer, guardiamo alle opportunità che ti offre quello che hai studiato. Tenendo presente che l‘istruzione è un prodotto particolare: funziona solo se lo usi in modo appropriato. È come un medicinale: la sua efficacia dipende da come lo applichi, se prendi una pillola tre volte al giorno come prescrive il medico. La scuola può condurti a un certo livello di apprendimento, ma molto dipende dal dialogo che si stabilisce tra insegnanti e studenti, fra studenti e studenti, tra studenti e le innumerevoli piattaforme di apprendimento che vengono offerte oggi dalla rivoluzione digitale».
In questa evoluzione, l’insegnante ha finalità nuove: «finora si puntava sul rapporto verticale e subordinato tra insegnante e allievo. Oggi l’insegnante deve creare le circostanze per permettere agli allievi di imparare anche gli uni dagli altri, e da altre fonti, esperienze e piattaforme. L’insegnante del 21° secolo deve essere una guida, l’attivatore di un processo di apprendimento orizzontale».
Barber ricorda anche che quando nel ’97 chiesero a Blair, nella sua prima campagna elettorale, quali sarebbero state le tre priorità del suo governo, rispose con una battuta diventata emblematica: l’istruzione, l’istruzione e l’istruzione. «Valeva allora per la Gran Bretagna, oggi vale per il mondo globalizzato. I leader politici cominciano a capire ovunque che l’istruzione è la chiave: non solo per risolvere il problema dell’occupazione, ma per avere una società sana, civile, omogenea e democratica. Dalla scuola dipende tutto».
Recensione a cura di Stefano P. Rasa & staff FM Magazine
Leggi tutto su Michael Barber: “Così trasformiamo l’informazione in conoscenza”.