Il Governo ha in piano di trasformare radicalmente la struttura di comando della Rai, con una Fondazione che faccia da filtro, «per ridurre il legame tra politica e Rai».
In questo piano del Governo Renzi c’è anche il ridimensionamento del ruolo della Commissione di Vigilanza, la struttura politica di Camera e Senato che ha per Legge lo scopo di sorvegliare l’attività del servizio televisivo e radiofonico nazionale e pubblico italiano. Oggi la Commissione di Vigilanza (oggetto di frequenti polemiche), detiene il potere di nomina del Consiglio di amministrazione della Rai e può convocare Consiglio e dirigenti. Con la Fondazione perderebbe questo potere, oviamente.
Tutti i governi sono intervenuti sulla Rai, sollevando critiche e proteste, sia interne all’azienda che nel pubblico, ma non era mai stata prospettata una ristrutturazione così incisiva.
Purtroppo, visto cosa è successo con le Fondazioni bancarie, l’esito finale di questa riforma potrebbe essere anche il contrario di quanto prospettato al pubblico.
Certo è che la Rai ha bisogno di una riforma strutturale, visto che ha perso terreno sia sul piano tecnologico che dei contenuti. Tra gli altri, ne parla Franco Chiarenza nel saggio “Il cavallo morente. Storia della Rai” dove racconta come il cavallo morente (foto), ufficialmente «simbolo delle antiche comunicazioni umane che soccombono di fronte alle nuove tecnologie», in realtà già pochi anni dopo dell’istallazione (Francesco Messina, 1966), «rappresentava una Rai morente come il simbolico cavallo, incapace di rappresentare le diverse componenti della società italiana, ridotto a strumento di regime, appesantito da oneri incongrui».
Filippo Corsi & staff FMM